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Ennesima crisi rifiuti dietro l’angolo, Ekrò ai Comuni: «Paghino o chiudiamo Bucita»

L’azienda che gestisce l’impianto di stoccaggio di Rossano intima a Comuni, Ato, Aro e Regione di rientrare delle fatture non pagate: «Se lunedì 7 settembre non avremo risposte, chiuderemo battenti»

Pubblicato il: 02/09/2020 – 16:51
Ennesima crisi rifiuti dietro l’angolo, Ekrò ai Comuni: «Paghino o chiudiamo Bucita»

di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO Un vero e proprio ultimatum. Sembra avere questo tenore una lettera firmata dall’amministratore unico della Ekrò, la società che gestisce l’impianto di stoccaggio rifiuti di Bucita. Da lunedì prossimo la struttura chiuderà battenti se entro quella data l’Ato Cosenza (l’Ambito territoriale ottimale) e l’Aro della Sibaritide (Ambito di raccolta ottimale), non salderanno almeno qualche fattura.
La chiusura di Bucita si tradurrà in un’altra – ennesima – emergenza ambientale con la spazzatura che tornerà ad inondare le strade dei comuni della piana di Sibari. Un’eventualità nefasta pronta a fare il paio con i problemi che ne potrebbero derivare. È ancora negli occhi di tutti l’ultima crisi con decine di tonnellate per strada, soprattutto a Corigliano Rossano, alla vigilia dell’estate. Questa volta, però, il rischio che l’emergenza possa coincidere con un momento dell’anno delicato come la riapertura delle scuole è molto concreto. Se l’impianto di trattamento meccanico biologico di Rossano sbarrerà i cancelli lunedì prossimo, un “evento” dalle proporzioni peggiori aleggia sulle teste dei coriglianorossanesi e di tutti i cittadini dei 40 comuni che – chi più chi meno – risultano debitori con le loro quote.
Come un cane che si morde la coda, dunque, il problema si rincorre: Ato e Aro non saldano le fatture e la monnezza rimane per strada.
Nella missiva inviata ai due ambiti e ai 41 comuni dell’Aro, a Marcello Manna e Flavio Stasi nelle loro qualità di presidenti Ato e Aro, al dipartimento ambiente della Regione, all’assessore regionale all’Ambiente, alla presidente Santelli ed alla Prefettura, Ekrò ricorda come vi siano ancora 1,4 milioni di euro da saldare per il 2019 e gli ultimi due trimestri del 2020.
«Considerato che le amministrazioni comunali afferenti l’Ato di Cosenza – è un passaggio delle lettera inoltrata ai sindaci – si sentono in diritto di pretendere che la Ekrò possa porre rimedio alla continua emergenza ambientale e sanitaria che sono costretti a gestire, subissando di richieste di autorizzazione al conferimento gli uffici tecnici; rilevato che da quanto procede non può che desumersi il mancato adempimento prestazionale da parte dell’Ato Cosenza e dei comuni afferenti; assunto che alla Ekrò non è bastato elevare diffida e messa in mora per il mancato, protratto, adempimento contrattuale, invita gli enti a ripristinare una regolarità amministrativa dei rapporti contrattuali e comunica che a far data da lunedì 7 settembre si determinerà nella chiusura dell’impianto, nell’interruzione del servizio, nell’attivazione della cassa integrazione per il personale dipendente, nella inevitabile remissione del servizio e nella conseguenziale restituzione in custodia dell’infrastruttura con ogni espressa salvezza di difesa dei propri interessi, anche economici». Una lettera-ultimatum, dunque, mentre il conto alla rovescia che scandisce il tempo che separa il nordest calabrese da una nuova emergenza rifiuti è iniziato. (l.latella@corrierecal.it)

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