di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO «I casi iniziano ad essere troppi rispetto agli schemi dell’epidemiologia. Stiamo entrando in una seconda fase dell’infezione». È più che preoccupante l’incipit di Martino Rizzo, responsabile del dipartimento igiene e sanità pubblica dell’Asp per l’area della Sibarita.
Nel tirare le somme della giornata, il dirigente medico rivela un dato allarmante per Corigliano Rossano. Quello che si temeva, ovvero i risultati dei tamponi processati negli ultimi giorni – che tardavano ad arrivare – fra i contatti di questa seconda ondata di infezioni, hanno evidenziato una situazione «da seconda fase».
«Abbiamo individuato – dichiara al Corriere della Calabria il dottor Rizzo – un nuovo focolaio, anche se dovrebbe essere limitato. Un altro cluster è riferibile ad un’attività commerciale e forse potrebbero avere qualche sorta di relazione. Stiamo monitorando e tenendo d’occhio la situazione, continueremo a tamponare. In totale i nuovi casi in città sono sette, quindi esattamente il doppio di quelli registrati complessivamente fino a ieri».
La situazione in riva allo Jonio, dunque, inizia a preoccupare, anche perché «domani – aggiunge Rizzo – tamponeremo un’altra struttura e le sensazioni non sembrano essere delle migliori».
Dopo mesi di test, il dottor Rizzo ormai ha l’occhio clinico e se afferma che «dai risultati di quei tamponi potrebbe fuoriuscire qualche problema», c’è da credergli. Si desume che i contagi continueranno ad aumentare.
Di critico, quindi, ci sono i numeri. I sette casi scovati in un solo giorno, in due focolai distinti, che continueranno ad essere monitorati.
«Non mi stancherò mai di dirlo – è la raccomandazione, l’ennesima del dirigente dell’Asp – non dobbiamo abbassare la guardia, dobbiamo continuare a rispettare tutte le precauzioni che ci hanno insegnato. Distanziamento sociale e lavarsi spesso le mani». Una “cantilena” che tutti conoscono a memoria ma dimenticata troppo velocemente in questi mesi estivi. (l.latella@corrierecal.it)
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