VIBO VALENTIA Ci sono momenti che meritano di essere ricordati. Momenti fatti di sorrisi, di abbracci e di gioia. Uno di questi è quello vissuto nella Procura di Vibo Valentia grazie ad una iniziativa che coinvolge il lavoro di cinque ragazzi che hanno fatto della loro disabilità un punto di forza diventando artisti provetti. Il tutto sotto la guida dell’associazione “La Voce del Silenzio”, attiva nell’ex ospedale di Pizzo, fondata dallo psichiatra Francesco La Torre e dalla moglie Adriana Maccarone nel 2007. Opere in maiolica, quelle realizzate da Gianfranco, Leonardo, Orlando, Antonella e Salvatore, che sono andate ad abbellire gli ambienti dell’ufficio giudiziario del secondo piano del tribunale di Vibo grazie alla sensibilità del procuratore capo Camillo Falvo il quale, una volta venuto a conoscenza di questa realtà, ha voluto fortemente conoscerla e, in qualche modo, entrare a farne parte. In che modo? Intanto chiedendo l’esposizione di alcuni quadri realizzati dai ragazzi e poi commissionandone altri che andranno a caratterizzare gli ambienti della Procura. Si sono potuti ammirare così la riproduzione della chiesa di Santa Ruba, del castello Normanno-Svevo, della Torretta di Briatico, la chiesa di San Michele con il campanile del Peruzzi, ma anche della chiesa di San Michele. E ancora borghi caratteristici e lo Stromboli fumante visto dalle coste calabresi. «La Procura si dovrebbe occupare di indagini e di procedimenti penali – ha detto il Procuratore Falvo ringraziando i ragazzi – ma deve guardare anche ad altro e in questo caso al sociale. E l’opera svolta dalla ‘Voce del Silenzio’ non ci può certo lasciare indifferenti. Una realtà bellissima – ha aggiunto – uno dei simboli positivi di questo territorio. In tutti gli incontri che organizziamo sul territorio quando parliamo dell’attività della magistratura – ha sottolineato ancora Falvo – diciamo sempre cerchiamo di creare quegli spazi sottratti alla criminalizzata affinché possano essere occupati dalla gente perbene, dalla fascia sana della popolazione dando vita alla rinascita di questo territorio. Ecco, questa della “Voce del silenzio” è un esempio lampante di questo obiettivo».
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