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Avvocatura regionale, arriva il nuovo "stop" alla nomina di Giungato

Il Tribunale di Catanzaro respinge la richiesta di sospensione avanzata dalla Regione dell’ordinanza che aveva bloccato l’incarico a coordinatore del settore . Il 15 ottobre l’udienza per la decisi…

Pubblicato il: 04/09/2020 – 13:10
Avvocatura regionale, arriva il nuovo "stop" alla nomina di Giungato

CATANZARO Nuovo “stop” giudiziario per la Regione Calabria guidata dalla governatrice Jole Santelli nella vicenda della nomina all’Avvocatura regionale, e nuova “vittoria” per il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Catanzaro. Il Tribunale di Catanzaro – presidente facente funzioni Maria Concetta Belcastro – ha infatti rigettato la richiesta, avanzata dalla Regione, di sospensione dell’esecuzione dell’ordinanza con la quale il giudice del lavoro, a metà agosto, aveva bloccato la nomina di Maria Maddalena Giungato a coordinatore dell’avvocatura regionale.
La nomina della Giungato, disposta dalla presidente Santelli con il decreto 80 del 27 maggio, era stata annullata perché effettuata senza alcuna selezione pubblica, con il Tribunale che aveva intimato la Regione a procedere a un avviso pubblico per il conferimento dell’incarico. Dopo la decisione del giudice del lavoro si è ingaggiato un autentico “braccio di ferro” che anche in quest’ultimo step ora vede la Regione soccombere, con questa nuova decisione, adottata ieri e depositata oggi nella cancelleria del Tribunale di Catanzaro.
LA DECISIONE DEL TRIBUNALE In primo luogo, infatti, il Tribunale di Catanzaro ha dichiarato «inammissibile l’eccezione del difetto di giurisdizione del giudice ordinario formulata in questa sede dalla Regione Calabria e dall’avvocato Giungato». Inoltre la richiesta della Regione va esaminata alla luce dell’articolo 669 terdecies, ultimo comma, c.p.c., che «consente di disporre la sospensione dell’esecuzione del provvedimento reclamato solo quando per motivi sopravvenuti il provvedimento arrechi grave danno… Nel caso di specie – si legge nella decisione del Tribunale – con l’istanza di sospensione non vengono esplicitati siffatti motivi sopravvenuti e anche il reclamo è affidato a questioni già esaminate dal giudice di primo grado o a censure del provvedimento impugnato, sicché l’eventuale riesame in questa fase incidentale di tali questioni si risolverebbe in un’anticipazione del giudizio di reclamo». E ancora il Tribunale di Catanzaro «ad abundantiam» evidenzia «l’insussistenza del paventato pericolo di paralisi dell’attività dell’Avvocatura, posto che è emerso in corso di causa che la Regione ha già provveduto alla nomina di un coordinatore ad interim, nella persona dell’avvocato Maurizio Borgo (circostanza questa non contestata dalla reclamante), sicché anche sotto questo profilo la richiesta di sospensione si appalesa del tutto infondata». Per questi motivi quindi il Tribunale di Catanzaro ha rigettato la richiesta della Regione di sospendere l’ordinanza che stoppa la nomina della Giungato, fissando al 15 ototbre l’udienza per la decisione finale.
IL “BRACCIO DI FERRO” A scatenare lo scontro giudiziario, la decisione di Jole Santelli di nominare senza alcuna procedura Maria Maddalena Giungato a coordinatrice del dipartimento Avvocatura. Una forzatura, per il Consiglio dell’ordine che per questo ha sollevato il caso nelle Aule di giustizia rivolgendosi al giudice del Lavoro del Tribunale di Catanzaro per chiedere azzeramento di quella nomina. Una richiesta poi accolta dal Tribunale il 14 agosto scorso, con un verdetto a cui poi la Regione si era opposta rimediando una nuova bocciatura. Ma non solo. Nel frattempo la Regione aveva anche deciso di non seguire le indicazioni del Tribunale che aveva intimato di procedere con un avviso pubblico per affidare quell’incarico, scegliendo nuovamente la strada autonoma ed affidando ad interim il ruolo di coordinatore al segretario generale Maurizio Borgo. Una nuova “forzatura”, secondo l’Ordine forense, che ha prima diffidato la Regione e poi ha deciso di mandare tutti gli atti della vicenda alla Procura della Repubblica di Catanzaro e alla Corte dei conti per stabilire eventuali responsabilità penali e contabili nella condotta dei vertici regionali.

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