REGGIO CALABRIA «Calino la maschera i dirigenti ministeriali Angela Adduce e Andrea Urbani, se la loro volontà fosse di lasciare che la Calabria continui a spendere 300 milioni all’anno per l’emigrazione sanitaria». Lo afferma, in una nota, il deputato M5S Francesco Sapia, della commissione Sanità, che spiega: «È inaccettabile la scelta dei commissari alla Sanità calabrese, Crocco e Cotticelli, di determinare al ribasso il fabbisogno di personale dell’ospedale di Reggio Calabria. I costi per l’emigrazione sanitaria non diminuiranno mai, se ancora mancheranno medici e infermieri, che si possono assumere come prevede il decreto Calabria, piuttosto che con i vecchi algoritmi burocratici tanto amati dalla sub-commissaria Maria Crocco, chiusa nel fantastico mondo dei calcoli matematici e impermeabile alle necessità e possibilità di assunzione di nuovo personale».
«Il ministro e il viceministro della Salute – rimarca il parlamentare del Movimento 5 Stelle – sono meridionali. Pertanto, sanno bene che queste prassi della sub-commissaria Crocco e del silente commissario Cotticelli penalizzano la Calabria, già gabbata dai criteri vigenti di ripartizione del Fondo sanitario, che ogni anno levano alla sanità della regione almeno 150 milioni. Roberto Speranza e Pierpaolo Sileri mandino perciò a casa il tandem Crocco-Cotticelli, chiedendo ad Adduce e Urbani dove siano stati finora, mentre il disavanzo della Calabria lievitava come la pizza napoletana». «Con il rischio di un ritorno del Covid, l’immobilismo sulla gestione del piano di rientro – conclude Sapia – sarebbe imperdonabile. Prevenire è meglio che curare, intanto a livello di management, posto che la struttura commissariale deve rispondere ai calabresi, che hanno un reddito più basso di tutti gli altri, della tremenda ingiustizia dei viaggi della speranza per il diritto alla salute».
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