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«Parolin in uno dei borghi più poveri della Calabria»

di Romano Pitaro*

Pubblicato il: 07/09/2020 – 20:25
«Parolin in uno dei borghi più poveri della Calabria»

Il segretario di Stato Vaticano cardinale Pietro Parolin, nato a Schiavon (provincia di Vicenza) 65 anni or sono, domani alle 10 presiederà la concelebrazione eucaristica e impartirà la solenne benedizione papale in occasione della festa della Madonna delle Grazie a Torre di Ruggiero. Un borgo della Calabria interna con meno di mille abitanti “a dagiato in una conca nella media valle dell’Ancinale” con l’abitato che “sembra farsi proteggere dal massiccio delle Serre”. E’ curioso (e intrigante) quest’accostamento: uno dei pezzi forti e più autorevoli della Chiesa cattolica (alla stregua di un primo ministro) a capo della diplomazia vaticana, dal cursus honorum intenso e prestigioso e con una solida esperienza nelle questioni riguardanti l’area mediorientale, solcherà, accompagnato dal presidente della Conferenza episcopale calabra monsignor Vincenzo Berolone, le vie di uno dei borghi calabresi più abbandonati d’Italia, funestato da emigrazione, spopolamento e disagio sociale. Un borgo, meraviglioso nel fitto intreccio di vicoli sormontati da case costruire con l’equilibrio sobrio e armonioso del sapere contadino e dalle radici antiche, tra i più distanti dai centri di potere internazionale, economici e tecnologici, a cui nei decenni ha fornito risorse umane a iosa sparse in tutti i continenti perché la micidiale macchina del capitalismo globalizzato giungesse all’attuale punto di caduta, e da cui, tuttavia, non ma hai avuto nulla in cambio, se non essere considerato uno scarto della civiltà postmoderna. Sorprendono continuamente, questo Papa e i suoi più fidati collaboratori. Non è dato sapere se dietro quest’altisonante visita ci sia dell’altro rispetto all’incontro tra la Chiesa e il popolo sopravvissuto di questa parte del Mezzogiorno italiano cancellata da ogni agenda pubblica, ma mi piace pensare che il Segretario di Stato Vaticano venga a Torre di Ruggiero anche per ribadire un concetto caro a Papa Francesco. Ossia che il grande deterioramento della “casa comune”, di cui l’entroterra calabrese insieme ai popoli del mondo depredati dalla speculazione economica criminale sono un esempio lampante, è connesso al deterioramento umano ed etico. E che lo sfacelo sociale e il vuoto di valori che incombe sulle nostre teste è dovuto “alla sottomissione della politica alla tecnologia e alla finanza”. “Ci sono troppi interessi particolari – è scritto nella straordinaria enciclica “Laudato Sì” del 2015 che dovrebbe far parte dei programmi dell’istruzione scolastica pubblica e privata – e molto facilmente l’interesse economico arriva a prevalere sul bene comune e a manipolare l’informazione per non vedere colpiti i suoi progetti”.
*giornalista

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