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La Catanzaro del dopo Covid secondo D'Errico: «Ridisegnare la città con azioni urbanistiche»

Il docente di Geografia delle risorse economiche e turistiche partecipa al forum virtuale lanciato dall’assessore Cardamone per raccogliere idee e contributi per il futuro

Pubblicato il: 07/09/2020 – 7:30
La Catanzaro del dopo Covid secondo D'Errico: «Ridisegnare la città con azioni urbanistiche»

CATANZARO Laureato in Urbanistica, è docente in Geografia delle risorse economiche e turistiche. Beniamino D’Errico risponde all’appello lanciato dall’Assessore alla Cultura, Ivan Cardamone, per immaginare la Catanzaro del dopo Covid, attraverso il forum virtuale dedicato a progetti e idee per la città del futuro.
CHI È BENIAMINO D’ERRICO
Laureato in Urbanistica, è docente in Geografia delle risorse economiche e turistiche. Ha collaborato con vari giornali e riviste pubblicando studi sull’istmo calabrese Jonio.Tirreno; dal 1991 al 1996 ha curato una serie di articoli sulle strategie di pianificazione per le città di Catanzaro e Lamezia Terme nella rivista della Camera di Commercio Economia Catanzarese. Diverse sono le sue pubblicazioni in materia urbanistica.
“RIDISEGNARE CATANZARO ATTRAVERSO AZIONI STRATEGICHE ATTUATE A LIVELLO URBANISTICO”
Città d’arte, sostenibile, accessibile, solidale, verde, integrata, turistica e direzionale.
Per ridisegnare la città di Catanzaro ci si dovrà confrontare con un serie di problemi storici e con le nuove prospettive di sviluppo di area vasta che si stanno materializzando giorno per giorno (attualmente senza un piano particolareggiato) in quel “pezzo” di territorio vallivo di Germaneto solcato dal fiume Corace. Questa dicotomia tra centro storico alla ricerca della sua identità perduta e “città futuribile” che stenta ad assumere una forma urbana, sarà sicuramente al centro delle politiche di piano, senza per questo dimenticare le problematiche dei vari quartieri oggi micro-città nella città.
Le “azioni mirate” che secondo me potrà perseguire l’Amministrazione, si devono basare sulla ridefinizione dei confini della città, ricomponendo e ricompattando il sistema policentrico Catanzarese per farlo diventare un grande e funzionale capoluogo, a questo proposito si dovrà intervenire:
1) riqualificazione del tessuto urbanistico del centro storico (con prescrizioni adeguate al recupero urbano e storico-artistico) e la “costruzione” del Polo delle Arti cioè un centro d’eccellenza a scala regionale e nazionale che comprende il Conservatorio Musicale, l’Accademia delle Belle Arti, musei, spazi espositivi, ecc. che diventi un elemento di forte identità culturale, si potrebbe definire “città d’arte”;
2) limitazione della crescita e del consumo edificatorio di suolo, intorno al centro storico, lungo l’asse del Castace, del Musofalo, della Fiumarella e nel resto della periferia, convogliando gli investimenti pubblici e privati nella ristrutturazione e riqualificazione del tessuto urbano assegnando ai vari quartieri una specializzazione funzionale storicamente riconosciuta secondo requisiti di vivibilità e come condizione pregiudiziale allo sviluppo economico, diventerebbe “città sostenibile”;
3) riprogettazione del sistema della mobilità, con la creazione di nodi di interscambio (intermodali) e parcheggi alle porte del centro storico e dei quartieri sub-urbani collegati con scale mobili nei punti più importanti; razionalizzazione percorsi di accesso e uscita dalla città con connessione fermate degli autobus privati, delle ferrovie e la funicolare, si potrebbe definire “città accessibile”;
4) riqualificazione delle periferie con forti interventi a favore della risocializzazione e la sperimentazione di forme aggregative, produttive, culturali, fondate sulla crescita delle identità urbane e sulla valorizzazione del territorio, bisogna localizzare più servizi di prima necessità e i Centri Civici in ogni quartiere, sfruttando manufatti storici esistenti, arricchendoli dove è possibile con attrezzature per il tempo libero, si può definire “città solidale”;
5) i quartieri di Campagnella, Cava, S.Janni, disseminati in aree prevalentemente agricole dove esistono manufatti rurali storici (vecchi opifici) in buono stato di conservazione, e risorse naturali come il fiume Alli, il bosco “Li Comuni”, potrebbero essere specializzati per uno sviluppo agrituristico e ricreativo per varie fasce d’età e anziani provenienti dal comprensorio e anche da fuori regione; si potrebbe definire “ città verde”;
6) i quartieri di S.Maria, Pistoia, Aranceto, Corvo potrebbero trovare un elemento di coesione con la costruzione di un grande parco attrezzato nella vallata della Fiumarella collegato ad aree polifunzionali per attività culturali e sportive, a servizi per la collettività di tipo sociale, assistenza ai bambini in età scolastica e servizi sanitari, si può definire “città integrata”;
7) il quartiere di Catanzaro lido aumentando la sua capacità di servizi ricettivi , parcheggi, infrastrutture portuali, aree per il tempo libero (collegati con la pineta di Giovino) e il recupero delle aree dismesse potrebbero divenire un tessuto urbano strategico “un laboratorio progettuale” per la riqualificazione urbana, rafforzando la vocazione turistica del centro che si può definire “città turistica”;
8) il Piano, infine, dovrà strutturare il grande polo urbano di Germaneto, centro propulsore di sviluppo dell’istmo Ionio-Tirreno aperto all’aria vasta , che si identifica come “città direzionale”.
«Il rilancio di Catanzaro nel contesto regionale quindi, deve necessariamente puntare oltre a risolvere i problemi interni, alla valorizzazione del nuovo territorio della valle del Corace come Centro Direzionale e polo Terziario in cui la Cittadella Regionale, Università, siano intimamente connessi a insediamenti produttivi e integrati ad aree residenziali/commerciali con caratteristiche eco-compatibili (cioè forte dotazione di verde, impianti sportivi e parcheggi). Per esempio oltre all’Università, alla cittadella regionale a Germaneto servono altre opere per elevare il grado di attrazione di capoluogo regionale come: una grande Centro di Ricerca legato alle biotecnologie e nanotecnologie (una Tecnopolis del Mediterraneo); un grande centro sportivo polivalente per eventi a carattere Nazionale ed Europeo (in questo caso alcuni comuni attraverso case albergo potrebbero essere scelti per ospitare gli atleti e gli staff ); un grande centro fieristico; l’interporto legato all’aeroporto in cui razionalizzare tutte le strutture logistiche dei trasporti; rafforzamento di tutte le strutture viabilistiche su gomma, su ferro. L’insieme di queste azioni strategiche, superato lo scoglio del confronto e della concertazione con tutte le categorie della società civile dovranno essere attuate a livello urbanistico attraverso un Piano attuativo Comunale con accordi e convenzioni con investitori e istituzione “zone franche” dove lo sgravio fiscale possa attirare gli investimenti».

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