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Il segretario di Stato Vaticano: «La Calabria deve avere speranza» – FOTO E VIDEO

Visita del cardinale Pietro Parolin al santuario di Torre Ruggiero per la festa della Madonna delle Grazie. «Purificare la religiosità popolare dagli elementi malavitosi e dalla superstizione». Il …

Pubblicato il: 08/09/2020 – 13:12
Il segretario di Stato Vaticano: «La Calabria deve avere speranza» – FOTO E VIDEO


TORRE RUGGIERO «Il messaggio alla Calabria è quello di avere speranza». Così il Segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin, al Santuario di Torre Ruggiero dove ha celebrato la festa della Madonna delle Grazie. «Ogni terra – ha proseguito il cardinale Parolin – ha le sue caratteristiche particolari, forse il Sud per alcuni versi è più in difficoltà rispetto ad altre parti del paese: però l’importante è avere speranza che insieme, sottolineerei insieme, si possono superare queste difficoltà. Credo che la Calabria possa fare riferimento alle risorse che ha. Ci affidiamo al Signore, alla fede ma anche alle risorse di fede, tradizione, cultura, lavoro e valori grandi che questa terra ha. Non conoscevo la Calabria, sono venuto qualche tempo fa a Lamezia Terme e da allora – ha sostenuto il Segretario di Stato Vaticano – ho cominciato ad amarla e spero di poterla amare sempre».
Il cardinale Parolin si è anche soffermato sul tema del rapporto tra religiosità e mafia, su cui nei mesi scorsi è intervenuto con forza Papa Francesco. «La religiosità popolare è un grandissimo tesoro di cui la Chiesa non può fare a meno perché sostiene la fede, però ha bisogno di essere purificata di alcuni elementi che non sono propri, tanto più se sono elementi malavitosi e criminali ma anche di tante forme magari di superstizione. C’è tutto un lavoro da fare a cui i pastori si dedicano con grande attenzione, però – ha specificato il Segretario di Stato Vaticano – preservando il valore, perché bisogna stare attenti a non buttare il bambino con l’acqua sporca. Buttiamo fuori l’acqua sporca ma manteniamo il bambino, perché è questo il nostro compito».

«DIO AMA L’UMILTÀ» Nel corso della solenne messa al Santuario, concelebrata con l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, monsignor Vincenzo Bertolone, il cardinal Parolin ha insistito molto sul valore dell’umiltà e sull’importanza della quotidianità per ogni fedele. “Mi sento particolarmente commosso perché – ha esordito nell’omelia il Segretario di Stato Vaticano – l’11 agosto ero a Lourdes per celebrare la festa dell’Assuzione, e oggi, 8 settembre, festa della natività di Maria, celebriamo questa solennità mariana in un’altra Lourdes, perché ho letto che il santuario di Torre di Ruggiero è chiamata piccola Lourdes. Questo può essere motivo di gloria, non di vanagloria, si può essere orgogliosi di questa coincidenza tra Lourdes e questa piccola Lourdes, che speriamo cresca nella devozione di tutti i fedeli». Secondo il cardinale Parolin «la storia della nostra salvezza non passa sulle strade del sensazionale ma si svolge attraverso gli umili e impegnativi sentieri della realtà, nel battito ordinario in cui trascorre la vita di ogni giorno. Due mali legati e interdipendenti, l’idolatria e l’ingiustizia sociale. Dio ama sommamente l’umiltà, senza l’umiltà non è possibile piacere a lui, mentre respinge l’ostentazione e la superbia. Per questo ha amato Maria. L’umiltà di Maria è la condizione, il luogo in cui primariamente si attua la salvezza offerta da Cristo all’umanità. Nei dipinti di Maria domina la semplicità domestica. La nostra quotidianità, forse anche noiosa, questa ordinarietà delle nostre giornate agli occhi di Dio non è qualcosa di trascurabile, né di accessorio, perchè è proprio quello l’ambito in cui il Signore vuole operare cose grandi, per il bene di tutti. La grandezza di Dio – si vede dal Vangelo – ama nascondersi e passare attraverso le umili vicende degli uomini. Purificandole con il suo amore misericordioso e elevando coloro che lo accolgono con sincerità. Credere nei preparativi dell’Incarnazione significa credere nella realtà dell’incarnazione, significa riconoscere la necessità della collaborazione dell’uomo all’attuazione della salvezza del mondo».

«QUESTO SANTUARIO DEVE COLLEGARE TERRA E CIELO» Infine, il cardinal Parolin ha osservato: «Il Signore Gesù non si separa dalla storia umana ma vi rientra pienamente, Gesù esprime la sua novità e la sua trascendenza facendosi vicino, vuole entrare nel nostro quotidiano ancora una volta e trasformando, modellando la nostra vita alla sua. Questo Santuario di Santa Maria delle Grazie a Torre Ruggiero, a cui i fedeli giungono in gran numero come oggi nonostante le restrizioni del Covid, questo manto della Madonna, così bello e prezioso, deve unire, collegare terra e cielo. La Vergine desidera che noi accogliamo Dio nella vita come lei lo ha accolto, e ciò significa accettare con gioia che Dio entri nella nostra vita quotidiana, incidendo in profondità nel nostro modo di vivere. Il vero credente è colui che su questa terra muove passi concreti, alla luce delle realtà ultraterrene, che sono la meta suprema a cui guarda. È in questo mondo che la vita diventa autentica, lontana da ogni ipocrisia, da ogni compromesso con il male, aprendosi sempre di più alla verità, alla trasparenza, all’amore, alla disponibilità pronta e generosa verso ogni essere umano. Con eterna dolcezza oggi la Madonna ci ricorda che la fede cristiana deve innervarsi in tutte le occasioni, cominciando da quelle più semplici e quotidiane: la casa, la scuola, il lavoro. La devozione mariana – ha dichiarato il Papa – è un patrimonio religioso cutlurale da salvaguardare nella sua originaria purezza, liberandosi da sovrastrutture, poteri o condizionamenti che non rispondono ai criteri evangelici di giustizia, libertà, onestà e solidarietà. Imitiamo allora, fratelli e sorelle, la Vergine Maria traducendo nella nostra quotidianità l’amore per il Signore: è anzitutto lì – ha concluso nell’omelia il Segretario di Stato Vaticano – che egli desidera presentarsi ogni giorno nel mondo, attraverso la testimonianza viva di noi suoi discepoli».
IL SALUTO DI MONSIGNOR BERTOLONE L’arcivescovo Bertolone, nel rivolgere un saluto a nome della diocesi e dell’episcopato calabro, ha ricordato al Cardinale Parolin la fede ma anche le difficoltà di questa terra del sud. «In Calabria – ha detto Bertolone – terra millenaria di fede e di devozione cristiana, è tanto grande la devozione verso Maria. Lei, Eminenza, non incontra ostacoli istituzionali di tipo laicista, ma trova comunque un contesto in cui il secolarismo ha un po’ offuscato l’anima naturaliter cristiana del nostro popolo. Vecchie e nuovo forze mafiose cercano di inquinare, con la zizzania maligna, la fede popolare, spacciando come devota una pseudo religione. Da questo Santuario – ha sostenuto l’arcivescovo metropolita di Catanzaro Squillace, che è anche presidente della Cec – la sua presenza richiama al dovere di liberare la devozione della Madonna da ogni rischio di strumentalizzazione». (a. cant.)

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