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Lamezia, cure impossibili per 1.500 bambini. I genitori presentano un esposto in Procura

Uno step che segue i numerosi (e inutili) incontri con il commissario Cotticelli. Mancano figure mediche professionali fondamentali e gli spazi ambulatoriali. «A tutt’oggi – scrivono i genitori – n…

Pubblicato il: 08/09/2020 – 20:21
Lamezia, cure impossibili per 1.500 bambini. I genitori presentano un esposto in Procura

di Giorgio Curcio
LAMEZIA TERME
Si battono da anni per i propri diritti e per garantire ai figli quel diritto alla salute e alle cure negato da tempo. Sono i genitori di circa 1.500 minori sottoposti a trattamenti di riabilitazione all’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia. Un rapporto riabilitativo, sottolineano i genitori, parzialmente interrotto «a causa delle tipiche e quanto spiacevoli lungaggini amministrative e burocratiche». L’ospedale lametino, da tempo, sta subendo un lento ma inesorabile processo di smantellamento, reparto dopo reparto, con inevitabili ripercussioni sui pazienti e le famiglie.
GLI INCONTRI A VUOTO Le stesse che da anni, e dopo numerosi appelli, supportati dal “Coordinamento Sanità 19 marzo” questa mattina hanno presentato un esposto alla Procura di Lamezia Terme. Uno step doveroso, una conseguenza inevitabile dopo le tante denunce inascoltate e gli incontri (di fatto inutili) con il commissario alla Sanità calabrese, Saverio Cotticelli, ma anche il prefetto e commissario dell’Asp di Catanzaro, Luisa Latella, con la commissaria prefettizia Franca Tancredi, il dottore Salvatore Gullì, il direttore amministrativo dell’Asp catanzarese, Francesco Marchitelli e il direttore del distretto socio-sanitario, Maurizio Rocca.

LE CARENZE Finora poco o nulla è stato fatto e le enormi difficoltà continuano a pesare ancora come macigni sulle spalle di decine di genitori, al limite tra la disperazione e la frustrazione. Manca, ad esempio, la figura della neuropsichiatra infantile nel reparto di Riabilitazione dell’ospedale lametino, così come quella del fisiatra pediatrico, l’educatore e l’assistente sociale. E poi c’è la carenza di altre figure fondamentali come logopedisti, psicomotricisti e psicologhe specializzate nella terapia comportamentale, senza tralasciare la carenza di spazi logistici per effettuare le terapie e gli incontri con i genitori. A chi rivolgersi, dunque? Una domanda che pare tuttavia non avere risposte.
L’ESPOSTO «A tutt’oggi – scrivono i genitori nell’esposto presentato in Procura – nessun provvedimento è stato adottato. È stata fatta richiesta di unificare, burocraticamente e logisticamente, l’Unità di Riabilitazione con quella di Neuropsichiatria infantile per dar vita ad un unico centro. È stato presentato inoltre un progetto che riguarda la realizzazione di una nuova sede della Neuropsichiatria infantile da ricavare nel vecchio ospedale di Lamezia». «Una situazione insostenibile – scrivono – nonché lesiva dei diritti dei minori con gravi problematiche di salute». (redazione@corrierecal.it)

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