di Roberto De Santo
CATANZARO Cede il dato dell’export del primo semestre dell’anno. Così anche per la Calabria l’effetto dell’emergenza Coronavirus si fa sentire pure sul bilancio commerciale con l’estero. Tra gennaio e giugno scorso, stando ai dati dell’Istat, la flessione è stata pari a 11,6 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ad influire certamente il blocco delle merci e della produzione nel corso dei mesi del lockdown scattato proprio per contenere il diffondersi del virus in Italia ed anche in Calabria. Ma ad osservare in particolare l’andamento comunque negativo delle nostre esportazioni emerge che la Calabria rispetto alla media nazionale e meridionale ha risentito meno di questa flessione. Se la diminuzione su base nazionale è stata pari al 15,3% quella calabrese risulta meno accentuata come anche rispetto al dato del Sud Italia. In questo caso, sempre stando ai dati elaborati dagli analisti dell’Istituto nazionale di statistica, la flessione è stata mediamente pari al 13,4 per cento.
Il colpo di frusta maggiore sull’export ha riguardato le Isole e le regioni del Nord-ovest che hanno registrato rispettivamente un calo sulle merci esportate del 20,4% e del 16,1%. Male anche il dato aggregato del Centro-Nord che ha subito una flessione di oltre 15 punti percentuali.
Dunque in percentuale si può sostenere che l’export calabrese abbia “retto” meglio rispetto ad altri territori. Anche se tradizionalmente il valore delle esportazioni sul Pil prodotto in Calabria è decisamente il più basso in Italia e dunque questa “magra” consolazione non influisce più di tanto sull’andamento economico della nostra regione. Basti considerare che vale appena lo 0,1 per cento del Prodotto interno lordo.
In termini assoluti in questo semestre la Calabria ha perso – rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – 27 milioni di euro passando dunque da 228 milioni di euro del primo semestre del 2019 a 201 di quest’anno. Un valore che comunque pone appunto la regione come quella con minore peso specifico tra le regioni italiane molto al di sotto ad esempio di territori decisamente più piccoli come la Basilicata (1,191 miliardi di euro il valore delle esportazioni nel 2020 per questa regione)
A pesare in negativo sull’export calabrese in questo semestre è stata la flessione delle esportazioni delle merci prodotte in regione verso le aree fuori dall’Unione europea.
Verso questi Paesi la diminuzione registrata è stata pari al 17,5%. Mentre ha decisamente tenuto la diminuzione di merci veicolate all’interno della Comunità: -4%. In quest’ultimo caso se si esclude il dato della Campania che addirittura vede incrementare il volume di traffico merci (+1,2%), la produzione calabrese diretta all’estero ha ottenuto la minore flessione in Italia.
Mentre considerando il dato sugli altri Paesi la Calabria appunto va in caduta libera come altri territori italiani escluso il Molise (+55,7%) e la Liguria (+17,2%). Segnale che, ad incidere sulle flessioni dell’export verso alcuni Paesi extra Ue, sia stata anche la guerra commerciale in essere tra Cina, Usa ed Europa.
Mentre analizzando i dati dell’export per settore di attività economica, emerge che l’agricoltura – comparto tradizionale calabrese – non solo ha retto ma addirittura ha assestato un buon trend di crescita rispetto allo scorso anno: +21%. Un dato positivo che ha contribuito sensibilmente a far “tenere” il sistema produttivo calabrese anche in questa durissima crisi economica conseguente all’emergenza Coronavirus. Bene anzi benissimo il dato percentuale sull’export del settore tessile cresciuto addirittura del 320,8%. Risultati che hanno consentito di contenere il tracollo delle esportazioni degli altri comparti economici calabresi. (r.desanto@corrierecal.it)
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