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“Mater Domini”, conti in (profondo) rosso e la spada di Damocle di un maxi-contenzioso

L’azienda ospedaliera universitaria di Catanzaro approva il bilancio 2019: perdita di esercizio superiore a 101 milioni e il “nodo” di alcuni decreti ingiuntivi dell’Università

Pubblicato il: 10/09/2020 – 21:20
“Mater Domini”, conti in (profondo) rosso e la spada di Damocle di un maxi-contenzioso

CATANZARO Una perdita di esercizio di oltre 100 milioni, l’aumento del costo del personale di oltre 500mila euro e il “nodo” di un notevole debito con l’Università. Sono alcune delle voci del bilancio d’esercizio 2019 dell’azienda ospedaliera universitaria “Mater Domini” di Catanzaro, bilancio adottato dal commissario straordinario Giuseppe Zuccatelli.
IL DISAVANZO Oltre 350 pagine di documentazione e dalla quale il primo dato che emerge è il “buco”, davvero consistente, pari a 101,786 milioni, disavanzo determinato essenzialmente alla svalutazione del credito – 63 milioni – vantato nei confronti della Fondazione Campanella, la fondazione che doveva diventare centro di eccellenza nel campo dell’oncologia ma che è fallita sotto il peso di spese folli e zone d’ombra assortite l’azienda “Mater Domini”non era stato ammessa al concordato fallimentare e poiché il recupero delle somme si basava sulla causa – da 130 milioni – fra la Fondazione e la Regione (con quest’ultima vittoriosa) è venuto meno il presupposto per riscuotere il credito. Quanto all’aumento del costo del personale, secondo quanto riporta la relazione del commissario del Mater Domini l’aumento è stato determinato dagli incrementi contrattuali e dalla contrattazione decentrata «stante l’assenza di un accordo in relazione al fondo sullo straordinario».
I DECRETI INGIUNTIVI DELL’UNIVERSITÀ Infine, il capitolo rapporti con l’Università Magna Graecia di Catanzaro: «Esiste nei confronti dell’Umg – si legge in un documento allegato al bilancio 2019 dell’azienda ospedaliera universitaria “Mater Domini” un cospicuo debito per indennità assistenziale pari a 17 milioni relativamente agli anni 2003-2006,2009-2012, 2013, 2014 per i quali esistono già dei decreti ingiuntivi e 20,8 milioni per utenze varie relativamente agli anni 2016-2019 per i quali esistono decreti esecutivi per gli anni 2006-2007. Il management ha già provveduto a incontrare l’Università onde evitare ulteriori aggravi economici e finanziari, senza comunque arrivare a una soluzione. Pertanto si chiede alla Regione di farsi promotore di un tavolo congiunto al fine di definire la vertenza tra enti che dovrebbero avere la stessa mission ed essere espressione della stessa azienda. Auspicando un intervento risolutivo da parte della Regione, l’azienda – conclude il documento – non ha provveduto ad accantonare nell’esercizio ulteriori somme per interessi di mora e spese legali relativamente a tale contenzioso». (a. cant.)

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