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I dubbi leghisti sull’impegno di Fi a Reggio e le ambizioni di Abramo agitano il centrodestra

Il Carroccio, scettico sul sostegno forzista a Minicuci, schiera le “prime linee”. Mentre il sindaco di Catanzaro, sempre più vicino a Salvini, punta (in prospettiva) una poltrona in giunta regiona…

Pubblicato il: 11/09/2020 – 7:00
I dubbi leghisti sull’impegno di Fi a Reggio e le ambizioni di Abramo agitano il centrodestra

LAMEZIA TERME In primo piano c’è la battaglia per Palazzo San Giorgio ma gli occhi sono puntati sulla Cittadella regionale. È sull’asse Catanzaro-Reggio Calabria che si riposiziona (a breve e medio termine) la (geo)politica regionale. E se l’attenzione per la sfida tra centrosinistra e centrodestra in riva allo Stretto è ovvia, visto che è in gioco il destino politico della più popolosa città della Regione, gli equilibri della giunta Santelli – momentaneamente stabili – sono sempre in bilico, almeno per alcune postazioni. Un movimento carsico, quello tra le file centrodestra. Unito senza tentennamenti nelle note ufficiali, ma in realtà attraversato da fibrillazioni mai sfuggite agli osservatori più attenti.
I DUBBI DELLA LEGA SULL’IMPEGNO DEGLI ALLEATI La strada per arrivare alla candidatura di Antonino Minicuci a Reggio Calabria è stata più che accidentata. L’ex segretario generale del Comune di Genova è stato, almeno inizialmente, osteggiato dall’area di Forza Italia che fa riferimento a Francesco Cannizzaro. Il parlamentare ha accettato la scelta della coalizione: nessun problema personale con il candidato, una valanga di perplessità sul metodo seguito. È la vecchia storia delle candidature “calate dall’alto”: non piacciono mai, specie se vengono subìte. E i distinguo diventano sospetti nel corso della campagna elettorale. Fuori dal politichese: una parte della Lega non è entusiasta dell’impegno profuso da alcuni segmenti di Forza Italia nella campagna elettorale. Sono due le paure (politiche), molto diverse, negli schieramenti che si giocano la vittoria: il centrodestra teme che Falcomatà possa vincere al primo turno, il centrosinistra sa che il ballottaggio sarebbe una potenziale trappola. Per questo il Carroccio si aspettava di più. Per questo ha deciso di lavorare per mettere in campo un po’ di artiglieria.

Non soltanto la veloce visita di Matteo Salvini, ma una presenza più costante, per dimostrare che il partito sostiene Minicuci senza tentennamenti. Due gli “inviati”: domenica 13 settembre sarà il turno di Claudio Durigon, ex sottosegretario al Lavoro e attuale membro della commissione Lavoro della Camera dei deputati, martedì 15 toccherà a Riccardo Molinari, capogruppo dei salviniani alla Camera. Visite necessarie, ma anche un segnale agli alleati. Che adesso sono chiamati a rispondere aumentando l’impegno sul territorio.

Sergio Abramo e Matteo Salvini

L’attacco di Spirlì a Muccino, scelto da Jole Santelli per rappresentare la Calabria, dopo la mancata solidarietà a Matteo Salvini per l’aggressione di mercoledì scorso

LE AMBIZIONI DI ABRAMO, LA POLTRONA DI SPIRLÌ Il segnale che arriva da Reggio Calabria si proietta anche sulla Cittadella regionale. E non soltanto perché la presidente Jole Santelli non è (ancora) apparsa in riva allo Stretto mentre si è fatta vedere a San Giovanni in Fiore per sostenere la “sua” candidata Rosaria Succurro ed è attesa a Crotone, dove il centrodestra candida Antonio Manica. Le conseguenze delle amministrative sugli assetti della giunta non sono (e non saranno) dirette. Ma in prospettiva si ragiona su un tagliando da effettuare a medio termine e sulle ambizioni di alcuni attori politici. Primo fra tutti Sergio Abramo. Il sindaco di Catanzaro, che già accarezzava l’idea di una candidatura da governatore, ha infittito i propri rapporti con Matteo Salvini. L’asse con il leader della Lega si trasforma, nel consiglio comunale del capoluogo, in numeri: il gruppo “Catanzaro con Abramo” è il più numeroso nell’assemblea, contra 9 consiglieri, tra cui Filippo Mancuso, che rappresenta la Lega nei banchi di Palazzo di Palazzo Campanella.
Salvini e Spirlì

La formazione ha attirato (qualcuno direbbe sottratto) nell’ultimo anno almeno tre consiglieri comunali a Forza Italia. Si può dire che si tratti del più corposo gruppo filo-leghista in Calabria. E questo potrebbe spingere Abramo a reclamare un posto nella compagine guidata da Jole Santelli. Quale? Qui il ragionamento si fa più sottile. Se il primo cittadino entrasse in quota Lega, dovrebbe, infatti accomodarsi sulla poltrona che oggi è di Nino Spirlì, vicepresidente con delega alla Cultura, ai beni e attività culturali, musei, teatri e biblioteche, associazionismo culturale. E poi Politiche del commercio e dell’artigianato, Legalità e sicurezza. Va da sé che Abramo gradirebbe deleghe più pesanti, il che metterebbe “in pericolo” le postazioni di altri assessori, ma una redistribuzione è sempre possibile. E poi la vicepresidenza è la vicepresidenza.
FRATELLI D’ITALIA CAMBIA REGISTRO Se c’è uno Spirlì in bilico (ribadiamo: in prospettiva), c’è anche – nella coalizione – un alleato che, dopo mesi di sostegno silenzioso, reclama spazio e comincia a spazientirsi. Non è un segreto: Fratelli d’Italia (che lo ha messo nero su bianco in una nota dai toni molto soft) considera insufficiente il peso riconosciuto al movimento dall’azione di una presidente molto inclusiva a parola ma accentratrice nei fatti. La deadline è già fissata: dopo il voto i meloniani inizieranno a farsi sentire sui temi strategici del governo regionale. E a quel punto i toni soft potrebbero mutare. La metafora è abusata, ma l’autunno politico si annuncia piuttosto caldo.

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