ROMA Sono in totale 26 i latitanti arrestati che ieri Italia e Romania si sono scambiati. L’operazione, condotta dal Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia (SCIP) della Direzione Centrale della Polizia Criminale, guidata dal Prefetto Vittorio Rizzi, sottolinea ancora una volta la stretta collaborazione operativa tra le polizie dei vari Paesi, in questo caso con i collaterali rumeni, per un’Europa più sicura.
Con un volo charter Roma-Bucarest partito ieri mattina all’alba da Fiumicino, sono stati consegnati alle autorità romene 11 uomini e due donne, già detenuti in Italia, con curriculum criminali che annoverano furti, rapine, sfruttamento della prostituzione e violenze sessuali, e che sconteranno il resto delle loro pene detentive nelle carceri rumene.
Tratta inversa, Bucarest-Milano Malpensa, invece, per altrettanti ex latitanti, 10 uomini e 3 donne, ricercati dalla giustizia italiana, arrestati in Romania dove si erano rifugiati nel tentativo di sfuggire ai mandati d’arresto europei emessi da nove Procure nazionali (Brescia, Genova, Modena, Padova, Pistoia, Reggio Calabria, Spoleto, Torino e Trento), anch’essi con profili criminali di tutto rispetto che riguardano i reati contro il patrimonio e la violenza sessuale, l’istigazione e il favoreggiamento della prostituzione, la riduzione in schiavitù, i maltrattamenti, le truffe informatiche e il riciclaggio. Tra questi Viorel Lacatus, 52 anni, rumeno, deve scontare 6 anni e 4 mesi di carcere a seguito di un ordine di esecuzione pena emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria per riduzione in schiavitù, ricettazione e maltrattamenti. Molto grave, anche in questo caso, il quadro giudiziario. L’uomo è stato condannato grazie agli elementi raccolti dai militari della Stazione Carabinieri di San Luca, in base ai quali è risultato che Lacatus aveva ridotto due minori sue connazionali in stato di assoluta soggezione, ricorrendo a minacce e violenze, costringendole a svolgere da sole attività di accattonaggio per strada, con turni massacranti, facendole poi vivere in condizioni igieniche estremamente misere e precarie.
x
x