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Bimbo calabrese muore per un pacemaker impiantato al contrario: 8 indagati al Bambin Gesù

Martedì a Roma l’incidente probatorio. Il legale della famiglia: «Vicenda di estrema gravità». Il piccolo, nato a Taormina, è stato controllato per mesi senza che i medici decidessero di intervenir…

Pubblicato il: 13/09/2020 – 12:34
Bimbo calabrese muore per un pacemaker impiantato al contrario: 8 indagati al Bambin Gesù

ROMA È fissato per martedì, davanti al gip di Roma, un incidente probatorio del procedimento che vede indagati 8 medici, tra i quali alcuni dell’ospedale Bambino Gesù di Roma. L’accusa è di omicidio «in cooperazione colposa consistita da negligenza, imprudenza ed imperizia» per la morte di un bimbo di due anni a cui sarebbe stato impiantato un pacemaker al contrario. La famiglia, rappresentata dall’avvocato Domenico Naccari, parla di «vicenda di estrema gravità».
Secondo quanto affermato dal nonno – spiega il legale della famiglia – al piccolo, morto il 3 gennaio 2019, è stato applicato «alla nascita in modo errato l’impianto di pacemaker» presso l’ospedale di Taormina, facente parte della struttura romana del Bambin Gesù. Nel tempo il medici dell’ospedale romano «lo hanno visitato ogni 3 mesi e hanno trattato la cosa con molta leggerezza».
La presenza di qualcosa di strano, prosegue l’avvocato Naccari, si era già palesata nell’aprile 2018 ma i medici negligentemente non l’hanno presa in debita considerazione poi cosa ancor più grave hanno ritardato nell’eseguire la Tac, prescritta settembre ed eseguita a novembre e infine hanno rinviato immotivatamente l’intervento chirurgico che avrebbe salvato la vita al paziente. In sostanza, afferma la parte offesa, la cattiva esecuzione dell’impianto ha creato un cappio attorno al cuoricino del bambino, «più cresceva e più stringeva». Ad aprile «ci sono stati i primi evidenti segnali, a settembre è stata accertata l’anomalia, a novembre con la Tac si è avuta la certezza, l’intervento doveva avvenire nell’immediatezza e invece è stato rinviato più volte» e il piccolo è rientrato in Calabria.
Il 31 dicembre 2018 il bambino si è sentito male ed è stato portato all’ospedale di Polistena. Poi la corsa con un aereo militare verso il Bambin Gesù di Roma. Il piccolo «è deceduto alle 5.40 della notte tra l’ultimo e il primo dell’anno per un arresto cardiaco dovuto al cappio. È stato tenuto in vita artificialmente ed operato. La sera del 3 gennaio è stata comunicata ai genitori la sua morte».

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