CATANZARO «Eravamo attrezzati quando non potevamo prevedere quello che è successo tra marzo e aprile, a maggior ragione siamo attrezzati e consapevoli di poter affrontare il problema ora». Lucio Cosco è il primario del reparto di Malattie infettive dell’ospedale “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro, un “avamposto” in Calabria contro il Coronavirus. È qui che in primavera il Covid 19 ha trovato una “trincea” granitica, in questo reparto che è diventato un modello di eccellenza calabrese in tutt’Italia avendo, tra l’altro, curato e guarito due pazienti in condizioni disperate trasferiti in Calabria dal “Ground Zero” del Bergamasco. La fase critica è stata – brillantemente – superata, ora c’è da fronteggiare questa nuova, al momento – e si spera sia sempre così – piccola “ondata”, con un aumento di ricoverati nel reparto catanzarese. Cosco comunque non si fascia la testa, tutt’altro: «Si è verificato quello che era nelle previsioni, fortunatamente perché siamo consapevoli che il virus non si può eliminare ma altrettanto consapevoli – spiega il primario di Malattie Infettive del “Pugliese Ciaccio” – che dobbiamo convivere con esso e affrontare nel migliore dei modi tutti i focolai che possono nascere sul territorio, in modo da eliminare il più possibile il contagio tra più persone». Inevitabile il ritornare con la mente a qualche mese fa, l’inarrestabile diffusione del Coronavirus e la “pressione” sulle strutture sanitarie calabresi, prima tra tutte Malattie infettive dell’ospedale di Catanzaro: «Fortunatamente – rileva Cosco – ce l’abbiamo fatta, e a mio avviso ce l’abbiamo fatta in maniera egregia affrontando nel miglior modo questa situazione. Vorrei ringraziare i miei vertici – dal commissario Zuccatelli ai direttori Pelle e Mantella alla dottoressa Morrillo perché ancora una volta hanno fatto un lavoro egregio consentendoci di lavorare in serenità, non facendo mai venire meno i dispositivi di protezione e questo nei primi giorni è stato importante». Lo sguardo al presente e al futuro, al Covid 19 che ancora circola, ma Cosco riconduce il tutto in un contesto di normalità: «Eravamo attrezzati quando non potevamo prevedere quello che è successo tra marzo e aprile, a maggior ragione siamo attrezzati e consapevoli di poter affrontare il problema ora. Certo – sostiene il primario di Malattie Infettive del “Pugliese Ciaccio” – il virus assolutamente non è cambiato: io ho un’opinione, che i dati confortano, e cioè i ricoveri “precoci” servono soprattutto a non far andare i pazienti in rianimazione e quindi aumentiamo la sopravvivenza degli stessi malati. Non bisogna assolutamente aspettare di andare incontro a un’insufficienza respiratoria anche medio grave». Quanto alla riapertura delle scuole per Cosco «sicuramente non è a rischio zero, vedremo, ma probabilmente siamo pronti ad affrontare eventuali focolai». Infine, una piccola nota, più di rammarico che di polemica: «Ringrazio il dottore Belcastro, che è stato sempre molto disponibile, non solo con me ma penso con tutti. Per il resto, non ho avuto alcun approccio con chiunque della Regione», conclude Cosco. (a. cant.)
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