«La legge obbliga gli enti locali a rendere conto dei risultati dell’attività amministrativa. Ma molti cittadini non hanno la pazienza e le energie per andarsi a studiare la sezione “amministrazione trasparente” sul sito della propria Regione. Lo abbiamo fatto noi per loro. E ora mettiamo a disposizione il risultato». Così la fondatrice di fondazione Etica, Paola Caporossi, spiega al Corriere della Sera il senso del lavoro svolto con il Report qualitativo delle Regioni.
I risultati danno una media del rating per le Regioni italiane di 50 punti su 100. Si va dai 26 del Molise ai 66 di Toscana ed Emilia Romagna. La Calabria è al penultimo posto, con una valutazione di 35,3 punti. Sul podio ci sono, nell’ordine, Toscana, Emilia Romagna e Veneto.
In generale, è più facile avere buoni risultati per le Regioni che hanno un reddito procapite elevato, per questo, spiega il report, «la Toscana si distingue perché riesce a piazzarsi al primo posto con 65,9 punti pur a fronte di un Prodotto intorno lordo pro capite di poco superiore ai 31 mila euro (nona posizione)». In sostanza, a raggiungere i risultati migliori sono le Regioni del Nord con un Pil procapite elevato. Mentre la ricchezza prodotta non va oltre i 20 mila euro a testa per le ultime quattro del ranking, cioè Sicilia, Campania, Calabria e Molise. La Valle d’Aosta è l’eccezione alla regola: pur vantando il secondo Pil pro capite d’Italia (39 mila euro) dopo quello della Provincia Autonoma di Bolzano, ottiene un rating debole: 46 su 100. In generale il regime di statuto speciale dimostra di non essere garanzia di buona performance. (rp)
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