PANETTIERI «Il Commissario Saverio Cotticcelli ci aveva detto, nella piazza della Cittadella regionale, che la Rsa San Carlo Borromeo sarebbe stata accreditata, spiegando che “la sua parola è Legge”. Se questa è la legge, allora siamo molto preoccupati». I familiari degli anziani ricoverati nella Rsa “San Carlo Borromeo” di Panettieri hanno paura di dover trasferire i propri affetti. E temono che i ritardi nelle procedure di accreditamento si abbattano sulle loro finanze. Da tempo, da quando si è aperta una storia burocratica che sembra infinita, chiedono al commissario di accelerare le procedure di accreditamento inviando l’Ota (Organo tecnico autorizzativo) per verificare che l’Rsa sia a norma: «Non si può giocare giocando con la vita dei pazienti – dicono –. In questo momento di pandemia non è possibile spostarli in altre strutture ma d’altra parte non possiamo pagare la retta giornaliera che ci è stata richiesta». Andiamo con ordine.
SCONTRI E RINVII Dopo mesi di incontri (e scontri), promesse e rinvii, la questione della Rsa di Panettieri si ripropone in maniera drammatica. L’accreditamento per la struttura che assiste diversi anziani non è mai arrivato. Più volte “annunciato” dal commissario Saverio Cotticelli, specie dopo la protesta dei sindaci dell’area, il documento non è mai arrivato. E i pazienti, stretti come vasi di coccio tra la Regione e la proprietà, adesso rischiano di pagare il prezzo più alto. Facciamo parlare i documenti. La società iGreco ospedali riuniti ha scritto agli anziani. Per spiegare che «non è più nelle condizioni di farsi carico della quota parte della retta» relativa ai ricoveri e «non coperta dal Sistema sanitario nazionale» o dai versamenti dei pazienti.
Colpa del «mancato rispetto degli impegni assunti in Prefettura, durante una riunione ufficiale» dai vertici della sanità calabrese. Che se per un verso, nel corso dell’emergenza Covid, sono cambiati, per l’altro vedono al timone Saverio Cotticelli, il generale colpevole, secondo iGreco, di non aver dato seguito ai propri annunci.
LA RETTA DA 140 EURO AL GIORNO In una lettera del 27 aprile scorso, la proprietà annota che l’accreditamento e la successiva contrattualizzazione «sarebbero dovuti avvenire dopo i primi 60 giorni di autorizzazione (che è avvenuta il primo ottobre 2019, ndr) e comunque entro 30 giorni dalla richiesta di accreditamento avvenuta in data 11 dicembre».
Niente di fatto, perché il 27 aprile, «pur essendo trascorsi ulteriori 120 giorni, l’Rsa non è stata ancora né accreditata né contrattualizzata, invece la struttura commissariale ha pensato bene di assegnare le somme, che erano destinate alla “Rsa San Carlo Borromeo” da oltre un decennio per coprire la quota parte delle rette a carico del Servizio sanitario nazionale, ad altre strutture».
È sulla base di questo ragionamento e di una tensione amministrativa salita mese dopo mese che ai pazienti e ai loro familiari è arrivata una comunicazione che ha destato grande preoccupazione. I servizi saranno garantiti, spiega la proprietà, ma dal primo maggio 2020 «e fino all’accreditamento e successiva contrattualizzazione della Rsa, la retta giornaliera per la degenza sarà di 139,91 euro» che saranno fatturati ogni mese ai pazienti.
La comunicazione, come prevedibile, ha gettato nello sconcerto le famiglie dei degenti, che vedono concretizzarsi lo spettro dello spostamento degli anziano in un periodo complicato per i trasferimenti tra una struttura e l’altra, vista la crisi Covid.
UNA POSSIBILE (?) VIA D’USCITA Nel frattempo, il lavorio politico continua e, vista l’impasse sulla riorganizzazione della rete territoriale dell’Asp di Cosenza, che prevede un aumento di 90 posti letto e precisa che per i 15 posti di Panettieri non si è ancora completata la procedura di accreditamento, il Comune del Savuto ha chiesto alla Conferenza dei sindaci della Provincia di Cosenza, di spendersi per garantire il rilascio di un’autorizzazione per altri cinque posti letto nella Rsa, che porterebbero il totale a 20. Una potenziale soluzione – magari non l’unica – subordinata comunque allo sblocco delle pratiche per l’autorizzazione. Senza che prima si faccia chiarezza su quel passaggio i pazienti rischiano di finire stritolati dal braccio di ferro.
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