REGGIO CALABRIA Il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Reggio Calabria, in accoglimento dell’istanza avanzata dagli avvocati Andrea Alvaro e Girolamo La Rosa, ha scarcerato Maria Teresa Fazari, di Gioia Tauro, che era stata arrestata per i reati di favoreggiamento e di procurata inosservanza di pena nell’ambito dell’operazione denominata Gear. Il pubblico ministero ha espresso parere favorevole sull’istanza avanzata dai difensori.
Alla fine di luglio scorso era stata eseguita dalla Procura Distrettuale l’ordinanza di custodia cautelare con cui era stato disarticolato un presunto sodalizio che aveva stabilito la sua base nevralgica in una cava di inerti ubicata a Gioia Tauro, la cui finalità prioritaria era quella di agevolare la latitanza di pericolosi boss della ’ndrangheta sottrattisi, nel corso del tempo, ai relativi provvedimenti di cattura emessi dall’autorità giudiziaria.
A Maria Teresa Fazari viene contestato il ruolo di “vivandiera”, in quanto secondo l’accusa avrebbe provveduto a cucinare stabilmente per i latitanti, presenti all’interno di un’unità abitativa prossima all’abitazione della donna.
Gli avvocati Alvaro e La Rosa hanno sostenuto che le esigenze cautelari, per una pluralità di ragioni, si sono affievolite, invocando la sostituzione della misura custodiale degli arresti domiciliari con altra, meno gravosa, di natura obbligatoria. Il gip ha condiviso le argomentazioni difensive e ha applicato nei confronti della Fazari la misura dell’obbligo di dimora nel comune di residenza. (f.p.)
x
x