CATANZARO La Calabria ha conosciuto “Ianos” o “Cassilda” un cosiddetto Medicane ( fusione dei termini inglesi MEDIterranean hurriCANE ) analogo ai fortissimi cicloni o uragani delle zone tropicali che si è poi diretto verso la Grecia. La fascia jonica calabrese ha subito forti piogge, venti intensi e mareggiate violente che hanno spaventato la cittadinanza e danneggiato anche gravemente il territorio. Secondo i dati forniti dall’Arpacal sono caduti ben 148,4 millimetri di pioggia e le violente raffiche hanno causato anche frane sulla Statale 106 interrotta in due punti tra Crotone e Catanzaro. Secondo gli scienziati la causa del verificarsi nel Mediterraneo, di cicloni cosi’ potenti da comportare temporali e venti molto forti con raffiche ad oltre 120 Km /h., è da attribuire in massima parte alle temperature ancora molto elevate dei mari ( 26/27 gradi). Si tratta, quindi, di fenomeni strettamente connessi ai cambiamenti climatici in corso che diventeranno sempre più violenti e distruttivi per effetto dell’aumento della temperatura del mare di 2 gradi. Un tassello importante nella prevenzione potrebbe essere la creazione di un centro internazionale, specializzato nel riconoscimento, monitoraggio e previsione di questo tipo di tempeste che possono diventare uragani ,che al momento invece non esiste relativamente all’area del Mediterraneo. Legambiente ha, da molto tempo, lanciato l’allarme sull’emergenza climatica. Bisogna ricordare che lo scorso anno in Italia si sono stati registrati 157 fenomeni estremi (tra cui un aumento delle trombe d’aria ) ed hanno perso la vita ben 42 persone. Il 2019 è stato caratterizzato da 85 casi di allagamenti da piogge intense, 54 i casi di danni da trombe d’aria (in forte aumento rispetto al 2018), 5 di frane causate da piogge intense e 16 esondazioni fluviali. Inoltre il 2019 è stato caratterizzato anche dal forte caldo : secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale dell’Onu (WMO) si colloca al secondo posto nella classifica dei record di caldo. Il mese di luglio, secondo l’Agenzia Americana per Oceani ed Atmosfera (NOAA) è stato il mese più caldo mai registrato al Mondo negli ultimi 140 anni mentre, in Italia, il mese di ottobre è stato il secondo più caldo in assoluto dal 1800 ad oggi (+1,74°C.). Il 2020 e gli anni che seguiranno rischiano, purtroppo, di avere dati ancora peggiori. «In troppi sembrano avere dimenticato Greta Thunberg e la grande mobilitazione giovanile per salvare il Pianeta e forse persino l’intero genere umano dalla propria estinzione» dichiara Anna Parretta Presidente di Legambiente Calabria. «E’, invece, importantissimo proseguire con una forte azione di sensibilizzazione e mobilitazione “dal basso”. Le Amministrazioni competenti, a tutti i livelli, a partire dallo Stato devono intervenire per ridurre le emissioni di gas serra, causa dei cambiamenti climatici, per limitarne gli effetti territoriali eliminando o almeno riducendo i pericoli per la salute e persino per la vita delle persone e per porre in essere politiche di adattamento climatico. Gli Enti territoriali ed in primo luogo la Regione possono e devono svolgere un ruolo importante nel contenimento di fenomeni meteorologici estremi, aggravati dal dissesto idrogeologico, dall’abusivismo edilizio e da scelte urbanistico-edilizie del tutto errate. Per il futuro della Calabria è essenziale scegliere ora la giusta direzione per la tutela dell’ambiente, del territorio e della salute, per non rischiare che i cambiamenti climatici si aggiungano ai problemi che da decenni, affliggono la nostra Regione. I cambiamenti climatici, ci stanno imponendo una modifica permanente del nostro stile di vita, della produzione di energia, delle modalità con cui ci muoviamo o produciamo. Una politica degna deve assolutamente avere una visione e strategia di medio e lungo nell’utilizzo delle notevoli risorse pubbliche che stanno per essere messe in circolazione».
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