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Sequestrate pistola e munizioni occultate in un casolare di Zungri – VIDEO

E’ stato arrestato dai carabinieri su disposizione della procura di Vibo Valentia Costantino Gaudioso, comparso già nell’inchiesta “Rinascita-Scott”

Pubblicato il: 20/09/2020 – 8:28
Sequestrate pistola e munizioni occultate in un  casolare di Zungri – VIDEO

VIBO VALENTIA Prosegue senza sosta l’attività dei Carabinieri di ricerca e sequestro di armi illecitamente detenute nel territorio vibonese, sotto la direzione dell’autorità giudiziaria di Vibo Valentia, che solo qualche giorno fa, attraverso il procuratore Camillo Falvo aveva chiaramente lanciato una sorta di ultimatum, palesando l’impegno congiunto di magistratura e forze di polizia per porre un serio argine ai fatti di sangue consumati con la disponibilità di armi clandestine, da mani armate troppo spesso da futili motivi e/o banali litigi. Dalle prime luci dell’alba, i militari della compagnia carabinieri di Vibo Valentia, con l’ausilio dello Squadrone Eliportato Cacciatori e di unità cinofile, hanno avviato una operazione che si è estesa sino al territorio di Zungri, dove in una serie di casolari, abilmente occultata sotto una catasta di travi e ponteggi, è stata rinvenuta una potente pistola Walter P38 calibro 9×17, con matricola abrasa e completa di munizionamento. A farne le spese è stato il proprietario del terreno, tale Costantino Gaudioso, classe 92, titolare di una impresa edile, il cui nome era già comparso nelle carte dell’inchiesta Rinascita-Scott e per il quale è scattato l’arresto e la successiva traduzione presso la casa circondariale di Vibo Valentia, su disposizione del pm di turno, dottoressa Eugenia Belmonte. Solo pochi giorni addietro, grazie a numerose perquisizioni operate sempre dai Carabinieri di Vibo, nella popolare area del capoluogo, in un sottoscala di viale della Pace, erano stati sequestrati un potente fucile a pompa, armi bianche e numeroso munizionamento, in danno di un 64enne, tratto in arresto, padre di altro soggetto destinatario di misura restrittiva sempre nell’ambito dell’inchiesta “Rinascita”, ritenuto appartenente alla cosca dei Ranisi-Pardea.

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