RENDE Il giudice sospeso della Corte d’Assise di Appello di Catanzaro, Marco Petrini, ha tirato in ballo in una vicenda giudiziaria l’avvocato Marcello Manna. Oggi, il legale, insieme al collega Luigi Gullo è accusato di aver corrotto il giudice per ottenere una sentenza di assoluzione nei confronti di un suo assistito. Episodi che riguardano la carriera professionale di Manna, non la sua vita da amministratore. Fatti di cui il sindaco di Rende ha voluto parlare nel corso del consiglio comunale e sui quali ha incassato la solidarietà tanto dalla minoranza che dalla maggioranza. «Devo difendermi dalle accuse che possono prevenire di chi ha necessità di ottenere benefici o ottenere altre cose». Ha detto Manna ad inizio della seduta ai consiglieri in aula e collegati da remoto. L’allusione alla condizione di “collaboratore di giustizia” di Marco Petrini non ha necessità di essere svelata.«Dovrò capire bene di cosa si tratta – aggiunge – anche perché una parte di atti è stata depositata in vista dell’incidente probatorio e mi sono reso conto che in principio non c’erano accuse nei miei confronti e addirittura si escludeva un mio coinvolgimento». Corsi e percorsi della giustizia aiuteranno a capire bene ogni aspetto e proprio perché l’intenzione è quella di fugare ogni dubbio che Manna ha annunciato dall’aula consiliare l’intervento dell’autorità preposta al controllo sull’attività dei magistrati inquirenti. «Sto chiedendo l’intervento delle autorità proposte all’operato dei magistrati – spiega Manna -. Questo è un modo per fare luce su una storia il cui percorso è denso di episodi bui. Ho ritenuto doveroso dare queste informazioni a tutti i cittadini per ribadire che non c’è condotta illecita ma che invece invece vanno verificati comportamenti avuti dagli inquirenti».
L’OPPOSIZIONE «Prendo atto delle dichiarazioni del sindaco e sotto questo profilo apprezzo che ci sia stata almeno in questa fase la sensibilità di dare una comunicazione al massimo organo democratico del nostro comune» ha spiegato il leader socialista Sandro Principe. «Prendo atto naturalmente senza permettermi di fare alcun commento per quanto concerne gli aspetti fattuali, questo è un organo politico e peraltro la comunicazione del sindaco nulla ha esplicitato sulla dinamica che ha portato a questo evento comunque increscioso». Apprezzamenti per la comunicazioni del sindaco sono state palesate anche da Mimmo Talarico. «Mi aspettavo questo intervento del sindaco, sarei ipocrita se dicessi il contrario. Non può il sindaco prescindere dal suo ruolo di pubblico amministratore i cui comportamenti appartengono a tutti. Chi riveste il ruolo pubblico perde qualcosa di se per offrirlo alla comunità di cittadini. La comunità vive il sospetto reso eclatante da una “certa stampa”, sicuramente discutibile, ma che ha influito e condizionato comunità rendese. Io ritengo che la verità giudiziaria non spetta a noi, così come giudicare i fatti. Apprezzo questa dichiarazione e ci auguriamo che possa dimostrare nel processo la sua estraneità ai fatti contestati. Sarebbe grave se il sindaco fosse responsabile, ancora più grave sarebbe l’attività compulsiva dei giudici nei confronti dell’accusatore».
LA MAGGIORANZA «A nome del Laboratorio Civico, esprimo tutta la solidarietà possibile per la situazione in cui si trova – ha dichiarato il consigliere Francesco Corina -. Oggi più che mai si tratta di credere nel sistema giustizia e nel sistema costituzionale. Non ci sarà nessun processo, sono certo che ci sarà una richiesta di archiviazione e tutto terminerà con questo provvedimento». Posizione simile è stata espressa anche dal consigliere Fabrizio Totera “Riformisti per Rende”. «Conosco Manna da professionista prima che da politico. Ha improntato il proprio lavoro alla piena legalità e al rispetto del ruolo che riveste e delle regole. Per quanto riguarda la fiducia nella magistratura, sicuramente ne abbiamo ma è bene fare distinguo tra gli inquirenti e i giudicanti. È più di un decennio che dopo la spettacolarizzazione della giustizia gli inquirenti non hanno fatto il loro lavoro con coscienza mandando persone in carcere che poi i giudicanti hanno smontato impianto accusatorio». In ultimo per la maggioranza ha preso la parola Eugenio Aceto del gruppo “Forza Rende”. «Conosciamo Manna, abbiamo deciso di sostenerlo non solo politicamente ma umanamente – dice – . Lo riconosciamo come nostro leader non perché lui si è imposto ma perché il nostro gruppo lo ha sostenuto anche nonostante alcuni contrasti. Siamo una grande famiglia per questo abbiamo sempre discusso. Non mi preoccupano le ricadute sull’attività amministrativa, essendo che Manna ha lavorato anche in queste settimane sia in ambiti istituzionali che non, con la stessa professionalità di sempre».
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