di Roberto De Santo
AMANTEA Non si è arrestata la macchina amministrativa e sanitaria per cercare di contenere i focolai di contagi tra migranti ad Amantea. Nelle ultime ore sono state notificate le quarantena – disposte dalla triade commissariale che regge il Comune – a tutti gli extracomunitari risultati positivi ai tamponi. Un’operazione non semplice visto che i 18 soggetti a cui è stata riscontrata la positività risiedono in diverse abitazioni presenti ad Amantea e nella popolosa frazione di Campora San Giovanni. In particolare il comando della polizia municipale di concerto con la triade commissariale e le autorità sanitarie della zona è riuscita a risalire a tutte le abitazioni in cui vivono gli extracomunitari infetti. Si tratta di 12 immobili dislocati in diverse zone del centro cittadino e dell’area di Campora. Una situazione decisamente delicata visto che i soggetti – da quanto riscontrato dalle autorità locali – condividono le abitazioni con diversi connazionali. Si tratta per lo più di cittadini del Bangladesh che da tempo lavorano in attività produttive della zona. Stando ad un primo report steso dalle autorità, sarebbero 80 le ulteriori persone che hanno avuto contatti diretti con i nuovi positivi. Tra coinquilini degli immobili in cui vivono gli infetti e altri lavoratori delle aziende dove hanno prestato servizio negli ultimi giorni gli extracomunitari. Dunque un quadro complesso che ha spinto la triade commissariale a rivolgersi alla Regione e alla Prefettura per individuare fin da subito strutture idonee fuori dalla cittadina dove trasferire i soggetti infetti. I commissari che reggono il Comune – commissariato per infiltrazione mafiosa – hanno già contattato a questo fine sia gli uffici regionali sia la Prefettura per trovare una disposizione tra le strutture risultate vincitrici del bando disposto dalla Regione per ospitare i positivi.
La situazione attuale di Amantea non garantirebbe infatti, vista la promiscuità presente negli alloggi in diversi casi abitati da oltre dieci persone, un perfetto isolamento dei soggetti positivi dagli altri con il rischio concreto così di non riuscire a contenere i focolai attualmente attivi nella cittadina. Inoltre questo quadro rende praticamente impossibile una vigilanza h24 dei dodici immobili per prevenire eventuali allontanamenti dei soggetti ora quarantenati. L’obbligo infatti vale sia per i soggetti risultati positivi, ma anche – in termini precauzionali – per i loro coinquilini. Di pari passo procede la macchina della prevenzione. I vertici del dipartimento Igiene del distretto sanitario “Tirreno Sud” hanno già richiesto di effettuare una nuova catena di tamponi nella rete dei contatti avuti dagli ultimi extracomunitari risultati positivi al Covid-19. Nelle prossime ore il personale dell’Usca di San Lucido – competente per l’area – effettuerà un centinaio di nuovi test.
Sul fronte dei controlli disposti dalla triade commissariale – di concerto con la Prefettura, inoltre vanno aventi le verifiche dei titoli di permanenza in Italia questo per comprendere se i soggetti potevano permanere nel nostro Paese. Così come sono in corso controlli sulle abitazioni dove alloggiano le persone infette per verificare se sussistono eventuali irregolarità in termini amministrativi e violazioni di regole igienico-sanitarie.
Gli ultimi casi registrati ad Amantea non sono da ricollegare comunque direttamente ai due Centri di accoglienza straordinaria dove si sono riscontrate precedentemente positività tra i migranti ospiti. In particolare nel Centro di accoglienza “Ninfa Marina” ci sono 48 soggetti infetti, mentre due sono risiedono nel Cas di Via Po’, nel quartiere Santa Maria di Amantea. Davanti entrambi le strutture sono presenti in massa forze dell’ordine e militari che presidiano per evitare eventuali fughe e disordini.
Proprio nelle ultime ore una nuova protesta è scoppiata davanti la “Ninfa Marina” dove alcuni migranti sono scesi in strada per protestare contro le condizioni di vita in cui sono costretti. Sul posto sono prontamente intervenute le forze dell’ordine che presidiano in massa la zona che hanno riportato la situazione alla calma. Sono stati anche effettuati alcuni fermi di polizia perché alcuni dei migranti avrebbero aggredito alcuni militari che presidiavano l’area.
Intanto le autorità locali – sanitarie e amministrative – stanno valutando se alleggerire il carico delle persone presenti in questa struttura. Si pensa a trasferire dal Cas di via Firenze tutti gli extracomunitari non risultati positivi al test in modo da rendere più vivibile la situazione e contenere il diffondersi dell’epidemia.
Sul fronte della riapertura delle scuole è arrivata l’ordinanza che stabilisce il rinvio al 28 settembre del ritorno in classe. Una decisione, si legge nell’ordinanza, non collegata all’allargamento dei contagi tra i migranti visto che nessuno frequenta le scuole della zona, ma alla mancata conclusione delle attività di adeguamento tecnico degli istituti alle norme anticovid. (r.desanto@corrierecal.it)
x
x