di Michele Presta
ACRI Un colpo forte alla testa dopo essere stato strattonato come epilogo di una lite furibonda. Una cena tra padre e figlio finita in modo drammatico. Gli spintoni fino al giardino, i tentativi di difesa e poi il colpo finale quello che sarebbe stato fatale a Giunju Ciprian.
Per dare un senso al delitto consumatosi ad Acri, comune in provincia di Cosenza, è stato tratto in arresto con l’accusa di omicidio preterintenzionale con l’aggravante di aver agito contro un ascendente Sandu Catalin, 28enne figlio dell’uomo.
Il sospettato non ha ammesso di aver ucciso il padre, ma nel corso dell’interrogatorio di garanzia ha spiegato di aver avuto un diverbio con il padre. Il delitto si è consumato nella serata di domenica 27 settembre.
In base a quanto ricostruito nella fase delle indagini, i due avrebbero avuto un acceso diverbio all’esterno dell’abitazione, il colpo violento e poi il soccorso fatto dal giovane che avrebbe accompagnato il padre a letto. Sperava che la notte fosse trascorsa senza nessun problema, così non è stato e la convivente di Giungju Ciprian la mattina altro non ha potuto fare che chiamare i medici del 118 che ne hanno accertato il decesso.
Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Acri ed il sostituto procuratore Domenico Fascino. Al termine delle operazioni di rito Sandu Catalin é stato tratto in arresto dai carabinieri della compagnia di Rende. Il delitto si è consumato all’interno dell’abitazione del 47enne ad Acri in Contrada Vallone U Midu. Contro di lui una serie di indizi raccolti dal nucleo investigativo dei carabinieri di Cosenza arrivati sul posto e che continuano le indagini sotto il diretto controllo del capo della procura di Cosenza, Mario Spagnuolo. L’uomo è attualmente in stato di fermo in carcere, in attesa della celebrazione dell’udienza di convalida. (m.presta@corrierecal.it)
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