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La denuncia dal Cas di Amantea: «Nessuna cura né isolamento». E i migranti nelle case saranno trasferiti – FOTO

Un giovane nigeriano segnala anomalie al Corriere della Calabria sulla gestione della “Ninfa Marina” dove sono ospitati 55 extracomunitari risultati positivi ai test: «Aver contratto accidentalment…

Pubblicato il: 29/09/2020 – 11:42
La denuncia dal Cas di Amantea: «Nessuna cura né isolamento». E i migranti nelle case saranno trasferiti – FOTO

di Roberto De Santo
AMANTEA «Siamo in quarantena dal 30 agosto e stiamo ripetendo test del Covid più di 5 volte. Senza che nessuno ci comunichi i risultati o ci indichi le persone infette». È la denuncia forte che arriva dall’interno del Centro di accoglienza straordinaria “Ninfa Marina” di Amantea. A rivolgersi al Corriere della Calabria, con una mail scritta in inglese, Jamal (il nome è di fantasia per tutelare la sua identità), un giovane nigeriano ospite della struttura dove – dagli ultimi dati sul focolaio scoppiato nel Cas – vivono 55 extracomunitari risultati positivi al Coronavirus.
«Stiamo vivendo tutti insieme senza separare nessuno», scrive nella mail Jamal.
Una segnalazione che striderebbe con la posizione ufficiale comunicata dalle autorità che da tempo parlavano viceversa della separazione dei soggetti risultati positivi dagli altri. La struttura ricordiamo è gestita da un privato che ha un rapporto di affidamento dei servizi di assistenza agli extracomunitari che vivono all’interno del Cas ottenuto grazie ad un apposito bando di gara indetto dalla Prefettura. «È passato un mese in quarantena – racconta dall’interno del Cas – ma nessuno presenta alcun sintomo di febbre, tosse o febbre alta. Inoltre nessuno è stato curato per alcun tipo di malattia». Jamal denuncia «la mancanza di umanità».
«Ci tengono dentro – afferma nella mail – senza seguire le linee guida Covid-19 per isolare le persone che hanno (il virus, ndr) da quelle che non lo hanno».
Il giovane nigeriano, che ci indica anche il numero della stanza dove è ospite, ci chiede: «Se è vero che è presente il Covid-19 all’interno dell’edificio, perché le persone che potrebbero infettare non vengono curate? Oppure gli italiani vogliono la morte degli immigrati?». Un dubbio che suona quasi come un grido d’aiuto. Poi la richiesta di avere informazioni e una proposta: «Un medico porti l’elenco delle persone che hanno il virus iniziando a curarle in isolamento. Anche noi potremmo andare in quarantena per altri 14 giorni». Dopo aver verificato l’attendibilità della fonte abbiamo ricevuto una seconda mail con le foto dall’interno della “Ninfa Marina” dove Jamal vive e un nuovo appello rivolto tramite il Corriere: «Aver contratto accidentalmente il virus non è un crimine. Per favore aiutateci».
I FOCOLAI TRA LE ABITAZIONI DEGLI EXTRACOMUNITARI Intanto la macchina organizzativa per trasferire gli altri extracomunitari che vivono in dodici abitazioni private dislocate tra Amantea e Campora San Giovanni è in piena attività. I contatti sono costanti tra i Commissari prefettizi che reggono il Comune commissariato per infiltrazione mafiosa, la Prefettura e soprattutto la Regione Calabria. Proprio ieri il direttore generale Antonio Belcastro a capo della task force regionale per l’emergenza ha annunciato che la Regione si sta attivando per il trasferimento dei positivi in altre strutture fuori da Amantea. Si tratta di 31 persone per lo più bengalesi che sono risultate infette dal Coronavirus dopo uno screening disposto dal distretto sanitario “Tirreno Sud” e la cui permanenza in alloggi non garantirebbe, secondo quanto accertato dalla autorità locali, una corretta gestione della quarantena né il rischio di un’eventuale allontanamento dalle abitazioni. In questo senso sarebbero state già individuate alcune soluzioni tra i centri che sono risultati vincitori del bando disposto dalla Protezione civile calabrese per affrontare l’emergenza Covid in Calabria.
Si tratta in particolare di una struttura nel Catanzarese che è risultata idonea ad ospitare le persone risultate positivi e fargli trascorrere correttamente la quarantena.
L’operazione di trasferimento dovrebbe avvenire domani e la destinazione dei migranti dovrebbe essere quella di Gasperina dove c’è un ex albergo pronto ad ospitare le 31 persone risultate infette. Per l’intera giornata di martedì gli operatori sanitari del distretto, con gli uomini messi in campo dai commissari prefettizi hanno lavorato per spiegare tramite alcuni mediatori culturali l’operazione di trasferimento ai migranti che da tempo vivono ad Amantea. Un passaggio fondamentale per far comprendere l’esatta dinamica delle procedure che consentiranno da un verso di tutelare gli stessi soggetti risultati infetti e di impedire dall’altro il propagarsi di ennesimo focolai tra la popolazione locale. Una soluzione ampiamente condivisa da tutte le autorità che da giorni lavorano in questa direzione.
Lo stesso Belcastro, in questo senso lo aveva preannunciato lunedì ai microfoni del Tg3 Calabria. Dunque nelle prossime ore si dovrebbe procedere allo spostamento di questo gruppo di extracomunitari. Mentre la gestione dei Cas come ha ribadito lo stesso Belcastro dovrà essere gestito non solo dalla Regione. «Lì – ha sottolineato il dirigente regionale – dobbiamo lavorare insieme al ministero dell’Interno e alla Prefettura perché sono centri di accoglienza straordinaria previsti da normative speciali e quindi non è solo in capo alla Sanità la gestione» (r.desanto@corrierecal.it)

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