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Covid, preoccupazione a Vibo. «Troppi in giro senza mascherina»

L’appello del prefetto alla popolazione (e soprattutto ai giovani): «L’emergenza non è finita, non siamo un’isola felice»

Pubblicato il: 01/10/2020 – 19:50
Covid, preoccupazione a Vibo. «Troppi in giro senza mascherina»

VIBO VALENTIA Un appello alla popolazione vibonese ad essere responsabile perché se da una parte è vero che non c’è più la situazione di marzo-aprile è altrettanto vero che la fase emergenziale non è ancora passata e prova ne sono i casi di positività che stanno tornando ad aumentare e la presenza di due focolai tutto sommato arginati per merito dell’azione messa in campo dal dipartimento di prevenzione dell’Azienda sanitaria. È quello lanciato dal prefetto di Vibo Valentia Francesco Zito secondo il quale la situazione è sotto controllo ma ci sono ancora troppe persone in giro senza mascherina. Un appello che il Prefetto ha lanciato oggi pomeriggio incontrando i giornalisti alla presenza del sindaco di Vibo Maria Limardo, del presidente della Provincia Salvatore Solano, del dirigente del Dipartimento di Prevenzione Pino Rodolico e del componente dello stesso organismo Antonino Restuccia.

«La Calabria – ha detto Zito – è una delle regioni meno colpite dalla pandemia e la percezione avuta è che la minore diffusione del virus derivi dalla grande attenzione posta dai cittadini e dalle istituzioni. Dopo mesi in cui ognuno è stato ligio all’osservanza delle restrizioni, tra luglio ed agosto abbiamo assistito ad un abbandono delle precauzioni figlia, con tutta probabilità, di un’idea diffusa verso una risoluzione del problema. Ma non ci vogliono esperti per capire che senza il vaccino il virus continuerà a circolare. Siamo tutti speranzosi che i numeri rimangano contenuti ma bisogna fare qualcosa in più e far tornare sui propri passi quella parte della popolazione che sembra aver dimenticato quanto sia importante portare i dispositivi di sicurezza».
Zito ha detto di avere visto tante persone «che non fanno uso di mascherina che è uno dei pochi strumenti che ci preserva dal contagio e la categoria meno avvezza ad utilizzarle sono i giovani, che si ritengono invincibili ma non è così. E in queste scene ci si imbatte soprattutto all’uscita dalle scuole. In questi giorni, poi, abbiamo assistito alla nascita di due focolai che derivano da eventi che creano assembramenti quali ad esempio matrimoni. Nessuno vieta di farli ma ci vuole criterio, magari con invitati in numero ridotto. Capisco che si sta recuperando quanto perso nei mesi precedenti ma l’emergenza non è passata e noi non siamo un’isola felice».

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