ROMA Così il Ministro per il Sud, Peppe Provenzano, che in un’intervista rilasciata al Sole24Ore esclude il rischio che i fondi del Recovery plan vadano a finanziare progetti già inseriti nell’ordinaria programmazione comunitaria e si difende dalle critiche piovute sulla misura speciale per il taglio del costo del lavoro al Sud.
«Innanzitutto – dice Provenzano, riferendosi al panorama generale – ricordo che abbiamo messo in campo un credito di imposta rafforzato per la ricerca e sviluppo, abbiamo istituito un Fondo per la crescita dimensionale delle imprese, che ha già iniziato la fase di scouting, abbiamo attivato una linea di investimenti specifica all’interno del Fond o nazionale innovazione. E poi c’è il credito di imposta per gli investimenti, una misura che lo scorso anno è costata 675 milioni, e che rifinanzieremo con la prossima legge di bilancio». E proprio con riguardo alla prossima legge di bilancio, Provenzano spiega che le principali novità saranno «la decontribuzione al 100% per il lavoro femminile, in questo caso non sullo stock delle lavoratrici ma sulle nuove assunzioni a tempo indeterminato» e che «queste misure vanno inquadrate in quell’intervento di contesto più generale che è il Piano Sud 2030, che per le donne punta a un nuovo welfare».
QUALI PROGETTI PER IL SUD? Il tema sono i progetti per il Sud. Nello specifico, il rischio che i fondi del Recovery Plan vadano a finanziare progetti per il Sud già pronti, non costituendo, di fatto, una risorsa in più. «È un rischio che abbiamo evitato – rimarca Provenzano – perché ho concordato con il ministro degli Affari europei Amendola che tra i criteri di accesso dei progetti al Recovery Plan ci sia una doppia aggiuntività, sia rispetto alle politiche ordinarie di investimento che deve fare lo Stato sia rispetto ai fondi di coesione. Va coordinata in tal senso una mole enorme di risorse. Il Recovery Fund in termini di sovvenzioni vale a livello nazionale 64 miliardi, più 10 miliardi del programma React-Eu. Poi, per il Mezzogiorno dai fondi strutturali 2021-2027, incluso il cofinanziamento nazionale, sono in arrivo 52 miliardi. Infine sempre per il 2021-27 al Sud andrà l’80% dei 73 miliardi del Fondo sviluppo e coesione».
PONTE SULLO STRETTO Sempre al Sole24Ore, Provenzano risponde a proposito delle perplessità manifestate qualche giorno fa in ordine al progetto del Ponte sullo Stretto. «Non ho mai espresso un pregiudizio ideologico – dice – ne discuteremo. Ho detto che il progetto a mio avviso è incompatibile con i tempi di spesa del Recovery Fund leggendo le carte della Commissione, che oltretutto non privilegia grandi progetti infrastrutturali ma sostenibilità, innovazione, inclusione sociale. Il mio impegno, visto che ci sono in gioco risorse della politica di coesione, in questi mesi è stato quello di monitorare per accelerare le opere già finanziate, come l’Alta velocità Napoli-Bari o la Messina-Catania-Palermo su cui c’è un rimpallo di responsabilità che deve finire. E per realizzare quell’Alta velocità non dobbiamo aspettare il Ponte».
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