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Mille firme per la rimozione di Spirlì. «In Calabria non possiamo dare spazio all’odio»

Dopo le dichiarazioni «ingiuriose» utilizzate dal vicepresidente della Giunta, un gruppo di ragazzi e ragazze lancia una petizione online per chiedere a Santelli «di rimuovere dall’esecutivo il suo…

Pubblicato il: 03/10/2020 – 15:03
Mille firme per la rimozione di Spirlì. «In Calabria non possiamo dare spazio all’odio»

CATANZARO Continua il coro di proteste nei confronti del Vicepresidente della Giunta regionale, Nino Spirlì, dopo le dichiarazioni pronunciate a Catania. Ultima in ordine di tempo è rappresentata dalla petizione lanciata – come si legge – da «giovani ragazze e ragazzi calabresi» e rivolta alla Presidente Jole Santelli affinché «Nino Spirlì venga immediatamente rimosso dall’incarico a seguito delle sue dichiarazioni offensive e discriminatorie».
«Quello che è avvenuto a Catania – si legge nel testo della petizione lanciata sulla nota piattaforma Change.org – costituisce una delle pagine più buie e tristi della politica calabrese degli ultimi anni. Il Vicepresidente della giunta regionale Nino Spirlì, in un suo mesto e imbarazzante discorso, ha più volte utilizzato termini offensivi come “fr*cio, ne*ro, ricc*ione” con totale tranquillità e naturalezza. Le sue affermazioni discriminatorie non offendono solo le minoranze, che ha etichettato con questi appellativi oltraggiosi, ma tutti i cittadini calabresi che da un uomo delle istituzioni si aspettano quel senso di disciplina e onore, che l’art.54 della Costituzione impone ai suoi funzionari».
I promotori rimarcano come «la libertà, da lui rivendicata, di utilizzare queste offese è in evidente contrasto con i principi costituzionali di uguaglianza, tolleranza e tutela delle minoranze. In Calabria e soprattutto in giunta regionale, non può essere dato spazio a persone che ricorrono ad epiteti ingiuriosi e ad argomentazioni razziste, omofobe e xenofobe. Eliminare quelle parole dal lessico comune non significa imbavagliare i cittadini o limitare la libertà di espressione, ma serve a garantire e a tutelare la dignità di qualsiasi individuo (qualunque sia il colore della sua pelle, il suo orientamento sessuale o la sua etnia). Spirlì riferisce che “quelli che verranno dopo non avranno testimonianza di quello che era vero”. Da giovani calabresi vogliamo rassicurare il vicepresidente: avremo sempre salde in mente le testimonianze di chi ha lottato contro le discriminazioni e di chi si è battuto per riconoscere parità di diritti. Di sicuro i suoi discorsi, dopo questa dovuta indignazione generale, saranno condannati alla damnatio memoriae che si meritano. Questa è la fine di chi, invece che costruire un futuro più prospero per la sua terra, rievoca dispute appartenenti al passato e diffonde un clima d’odio e di alterco. Ricordiamo all’equilibrato signor Spirlì che lui è l’assessore alla Cultura e non alla Cultura dell’Odio!»
L’esortazione è rivolta appunto a Jole Santelli, governatrice della Regione Calabria che ha scelto Spirlì come suo vice e che per questo «non può tacere dinanzi al turpiloquio del suo braccio destro, ma ha l’obbligo morale e istituzionale di chiarire le sue posizioni in merito. Oltre alle parole dell’ass. Spirlì, anche il silenzio dell’On. Santelli lede l’immagine della Calabria, che è da sempre una terra tollerante, inclusiva e accogliente; dove all’odio e alle offese non può e non deve essere dato spazio».
Silenzio che in realtà è stato rotto dalla stessa Santelli, che intervenuta in diretta nel corso della trasmissione “Un giorno da pecora”, ha anzi difeso Spirlì: «Nino è la persona più colta che io conosco. È omosessuale dichiarato da trent’anni, ipercattolico e credo che abbiano forzato un po’ la mano con le sue dichiarazioni». In attesa dell’epilogo di questa ulteriore vicenda che vede coinvolto il vicepresidente della Giunta, e non per motivi inerenti la sua attività politica, l’appello ha raccolto per ora oltre 600 firme, avvicinandosi in un tempo minore del previsto al traguardo di mille identificato dai promotori.
«SANTELLI È ANCORA PEGGIO» Sulle dichiarazioni della Governatrice interviene la senatrice pentastellata Bianca Laura Granato: «E che volete che sia”, disse il presidente della Regione Calabria – durante la trasmissione “Un giorno da pecora” su RaiRadio1 -, Jole Santelli, interrogata sull’incontinenza verbale del suo “vice”. Il folcloristico Nino Spirlì va in scena con l’ennesimo show imbarazzante (per la Calabria e i calabresi, ma a quanto pare non per la presidente Santelli) soddisfacendo l’incontinente urgenza di condividere con la platea il fatto che userà le parole “negro e frocio finché campa». E’ quanto afferma la senatrice del Movimento 5 Stelle, Bianca Laura Granato.
«Con la naturale strafottenza di chi pensa di poter dire quello che vuole nel nome di una presunta (solo da lui) superiorità intellettuale, offende e mortifica prima di tutto la dignità di ‘persone’ in carne ed ossa, non semplicemente “categorie lobbistiche” da ridimensionare – afferma la senatrice Granato -. Ma certo, “e che volete che sia”, disse la presidente ballerina che come primo atto da governatrice della Calabria ci ha lasciato una memorabile tarantella di gruppo. Cara presidente quel Nino che per lei “è un vecchio amico”, per la Calabria – grazie a Lei che lo hai nominato – è il vice presidente della Regione: qualora non se ne fosse accorta, non è al dodicesimo piano della Cittadella per premiare il suo spirito d’artista, ma ha un ruolo istituzionale che implica decoro e dignità nel rispetto di tutti i calabresi – negri e froci compresi – che lui rappresenta ogni volta che apre bocca. Qualora non ne se fosse accorta, cara presidente, sono finiti i tempi in cui Nino cucinava per lei a Roma, dopo le sedute in Parlamento. Il signor (sic) Spirlì da vice presidente della Giunta e assessore alla Cultura il linguaggio d’odio – che usa con grande maestria – dovrebbe adoperarsi per cancellarlo, invece che promuoverlo con grande abilità continuando ad alimentare violenze e discriminazioni. Non va bene rispondere “è fatto così” – conclude la senatrice Granato – non è un bambino che occupa i pomeriggi a fare marachelle. Se è fatto così non può rappresentare i Calabresi in un consesso istituzionale di rilievo, pertanto va rimosso e sostituto».

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