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La banda che infestava Tropea: «Rubate e messe online fino a 150 auto all’anno» – VIDEO

Il gruppo sgominato dai carabinieri riciclava le auto prese a noleggio dai turisti. Il procuratore Falvo: «Tra gli indagati anche soggetti vicini alla criminalità locale». Il colonnello Capece «Il …

Pubblicato il: 05/10/2020 – 15:03
La banda che infestava Tropea: «Rubate e messe online fino a 150 auto all’anno» – VIDEO

di Alessia Truzzolillo
VIBO VALENTIA
Da questa mattina la città di Tropea può tirare un sospiro di sollievo e sperare che il triste primato dei furti d’auto che la infestava diventi un brutto ricordo. Dal 2015 al 2020 ogni anno una banda metteva sui siti internet di annunci dalle 100 alle 200 offerte per vendere auto o pezzi di ricambio. Tutte auto rubate a turisti che le avevano noleggiate per trascorrere le vacanze a Tropea o nei paesi limitrofi, Paghelia, Ricadi, Ioppolo, San Calogero. Era diventata una triste realtà quella dei furti delle auto noleggiate. Un numero esorbitante che aveva reso la perla della Costa degli Dei luogo in cui stare in guardia, tanto che il fenomeno veniva segnalato nelle brochure di alcune compagnie di viaggio e dagli stessi noleggiatori di auto. «Danno di immagine e anche finanziario se si pensa che a Tropea e dintorni le tariffe delle assicurazioni hanno superato quelle di Napoli», ha raccontato il colonnello Bruno Capece che guida il Comando provinciale dei carabinieri di Vibo Valentia.


OPERAZIONE “APATE” È stata dedicata alla dea dell’inganno, Apate, l’operazione dei carabinieri che ha portato in manette 16 persone, su 26 indagati, mettendo nel sacco due bande, una dedita ai furti d’auto e una dedita ai furti in appartamento. Il vertice in entrambi i gruppi – ha spiegato il procuratore di Vibo Valentia Camillo Falvo – era Antonio Paparatto, 49 anni, di Ricadi che è finito in carcere insieme al proprio vice, Aldo Mangialavori, 42 anni, di Rombiolo. Domiciliari per Gerardo Accorinti, Francesco Cortese, Salvatore Carone, Francesco Carone, Vincenzo Albanese, Francesco De Benedetto, Filippo Saragò, tutti di Tropea e Romanina Scordamaglia di Ricadi.
Furto, ricettazione, riciclaggio, truffa sono le accuse che vengono contestate agli indagati. Le indagini – ha detto Falvo – sono partite a settembre 2018 con l’arresto in flagranza di Filippo Saragò per il riciclaggio di due autovetture. I carabinieri di Tropea, guidati da Nicola Alimonda, hanno capito che dietro Saragò c’era un’intera organizzazione.
FUORI IN 50 SECONDI Le indagini hanno svelato che i furti avvenivano in 50 secondi grazie all’uso di una centralina generalizzata. Si trattava per la maggior parte di auto Fiat. Dopo avere rubato l’auto, la banda provvedeva a truccarne il telaio e altre parti utilizzando i documenti di vetture incidentate e acquistate proprio per il riciclaggio. Le auto rubate erano, invece, quasi tutte nuove e appartenenti a società di autonoleggio perché «ci si muoveva in un territorio difficile, come quello di Tropea – ha spiegato Falvo – che è in mano alla criminalità organizzata per cui gli indagati, alcuni dei quali vicini ad alcune famiglie della ‘ndrangheta locale, per non pestare i piedi a chi poteva magari denunciare i furti e sollecitare la pressione delle forza dell’ordine, o per non dare fastidio alla criminalità organizzata, hanno pensato bene di rubare le auto ai turisti che venivano da fuori e che le noleggiavano, spesso all’aeroporto di Lamezia Terme. Le auto venivano rimesse in circolazione attraverso un sistema collaudato. Gli indagati avevano un numero esorbitante di auto intestate, anche 50 ciascuno, che venivano acquistate incidentate. I documenti e delle auto incidentate servivano a riciclare quelle che venivano rubate sul posto, nuove e pronte a essere vendute su internet». 
I furti avvenivano tra aprile e settembre, i mesi di maggiore affluenza di stranieri. Il problema che si pone ora è quello di individuare coloro che, ignari, hanno acquistato su internet auto nuove a prezzi stracciati. Offerte difficili da rifiutare ma che potrebbero portare, oggi, a brutte sorprese.
GLI INDAGATI Questi i nomi degli indagati
ACCORINTI Gerardo (1984)
ALBANESE Salvatore (1965)
ALBANESE Vincenzo Giacomo (1994)
ARTESI Simona (1978)
CAMPENNÌ Francesco Antonio (1974)
CARONE Francesco (1979)
CARONE Salvatore (1980)
CORTESE Francesco (1971)
DE BENEDETTO Francesco (1985)
DI BARTOLO Giovanni (1998)
DIRENZO Salvatore Guglielmo (1952)
LA ROSA Daniela (1962)
MANGIALAVORI Aldo (1978)
MAZZITELLI Francesco (1981)
PAPARATTO ANNA Maria (1999)
PAPARATTO Antonio (1971)
PISERÀ Carmelo Salvatore (1979)
PITITTO Francesco (1969)
PRESTIA Gabriele (1977)
SARAGÒ Francesco (1985)
SARAGÒ Filippo (1982)
SCORDAMAGLIA Romanina (1965)
STILO Gaetano (1972)
VALLONE Francesco (1997)
VALLONE Pierino (1966)
ZACCARO Silvana (1965)

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