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Cosenza, sei rinvii a giudizio per la morte del chitarrista Frank Morris

Francesco Morrone venne ritrovato senza vita nel cortile del pronto soccorso dell’Annunziata. Si pensò inizialmente ad un suicidio, ma gli elementi raccolti nella fase d’indagine fecero avanzare l’…

Pubblicato il: 08/10/2020 – 19:25
Cosenza, sei rinvii a giudizio per la morte del chitarrista Frank Morris

di Michele Presta
COSENZA
Francesco, Ciccio, Frank poi il cognome Morrone che diventa Morris. Capita nello slang della cultura artistica cosentina che nome e cognome vengano cadenzati con gli accenti e le afonie anglofone. Succede quasi sempre quando il diretto interessato ha la passione per la musica e il rock and roll. È un modo come altri per sentirsi meno lontani da Londra o dalla California così come da luoghi ameni d’oltre manica dove la musica pulsa forte. E le corde della stratocaster di Morris hanno vibrato con forza nei ritrovi della musica live cosentina. Era riuscito a diventare un personaggio noto in città, per questo la sua morte gettò nello sconforto non solo la sua famiglia ma gli amici e le persone che con quella musica avevano ballato a ritmi sfrenati o avevano trascorso qualche ora in compagnia, lontani dai ritmi imposti dalla routine lavorativa e urbana. Il corpo senza vita di Frank Morris è stato ritrovato alla cinque del mattino il 10 giungo del 2017. La prima ipotesi fu quella di suicidio. Il chitarrista di soli 50 anni venne ritrovato riverso sull’asfalto dopo un volo di 15 metri. Era ricoverato nel reparto di Medicina d’Urgenza del nosocomio bruzio. Qui lo avevano portato i responsabili della comunità terapeutica “Regina Pacis” di Torano Castello. Nella struttura Francesco Morrone stava scontando una pena alternativa alla detenzione e la corsa d’urgenza in ospedale fu necessaria a causa di alcune crisi che Morrone stava accusando. La mancanza di posti nel reparto di Psichiatria rese necessario il ricovero nel reparto di Medicina d’Urgenza, il primo piano sopra il pronto soccorso. Aveva l’aria di essere tranquillo hanno sempre sostenuto i familiari che non si sono mai arresi all’ipotesi del suicidio e hanno spinto affinché la Procura della Repubblica di Cosenza aprisse un fascicolo d’indagine. Dagli elementi raccolti dalla magistratura e dalle perizie e consulenze predisposte dall’avvocato Massimiliano Coppa legale della famiglia Morrone vennero iscritti nel registro degli indagati 7 sanitari, nello specifico 2 medici e 5 infermieri con l’accusa di omicidio colposo e omessa vigilanza. Chiuse le indagini, al termine delle discussioni il gup Manuela Gallo, ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla procura e dalla parte civile nei confronti di Pietro Scrivano, Alberta Buchigliani, Mario Vommaro, Raffaele Napolitano, Franco Gatto. Nel corso del processo che inizierà il prossimo 15 aprile si cercherà di capire quanto siano state penalmente rilevanti gli omessi controlli dei medici così come degli infermieri che avrebbero dovuto invece curare e vigilare sulla vita Francesco Morrone. In città gli amici continuano a ricordarlo con delle iniziative come il memorialRemembering Frank Morris”. (m.presta@corrierecal.it)

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