LAMEZIA TERME «È un suicidio politico la presenza, per quanto si apprende da notizie stampa, di un imputato eccellente nel processo Stige alla festa di Jole Santelli dedicata all’elezione della sindaca di San Giovanni in Fiore». Lo scrivono i parlamentari del M5S Giuseppe D’Ippolito e Francesco Sapia.
«Ma come, – aggiungono – al giornalista Peter Gomez Santelli non aveva dichiarato di temere il coinvolgimento di altri esponenti politici in inchieste sulla ’ndrangheta? La presidente della Regione ha la memoria corta oppure il vizio della tarantella senza mascherina gliel’ha annebbiata? Si è resa conto o no – scrivono i due parlamentari – che accanto a lei ballava in quella festa, secondo notizie stampa, un suo alleato politico accusato d’aver avvantaggiato, quando era vicesindaco di San Giovanni in Fiore, soggetti ritenuti organici ad una cosca di ’ndrangheta? Si tratterebbe di un imputato per cui vale, come per tutti, la presunzione di innocenza, questo sia chiaro a scanso di equivoci».
«Ci chiediamo, però, – affermano gli esponenti M5s – quale fosse l’opportunità, per la presidente della Regione, di sfidare in maniera così sfrontata, per come ricostruito dalla stampa, o perfino ingenua il procuratore Nicola Gratteri e la magistratura giudicante, impegnati nel processo Stige, uno dei più importanti contro la criminalità del territorio crotonese, nel quale l’ex vicesindaco di San Giovanni in Fiore deve, a quanto pare, difendersi da accuse pesantissime. Dove è finita la prudenza che si deve avere in questi casi, peraltro dato che le immagini diffuse in rete rimangono a futura memoria? Non ci auguriamo condanne nei confronti degli avversari politici, ma crediamo – è la conclusione – che ogni eletto debba dare l’esempio e tenersi lontano da frequentazioni dubbie, soprattutto se riguardassero imputati con accuse forti».
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