MOTTA SAN GIOVANNI A due mesi dall’incendio divampato nell’area Comunia di Lazzaro di Motta San Giovanni, che ha interessato l’ ex discarica comunale e un’ azienda di compostaggio, la cittadinanza è ancora riunita, dal 24 settembre, in un sit-in pacifico per la sensibilizzazione degli enti competenti, affinché si adoperino per la risoluzione delle correlate problematiche.
«Dopo quasi 70 giorni di disagi e attesa – si legge in una nota –, la maggiore preoccupazione che vive la popolazione è quella di non conoscere la qualità dell’aria e delle polveri che sta inalando, già dai primi giorni, seppur fosse immediatamente chiara la portata dell’evento e i fumi neri che avevano subito invaso la frazione di Lazzaro, mentre bruciava l’ex discarica e l’impianto di compostaggio». Per i cittadini in assemblea «nessuno stato di emergenza e tantomeno alcuna restrizione precauzionale» sarebbe stata decisa «da parte dell’Ente competente» e «sarebbe opportuno conoscerne le motivazioni».
Inoltre, «dalle scarse informazioni ricevute, i campionamenti effettuati dal competente ente preposto – si legge nella nota –, cioè l’Arpacal, pare si siano limitati solo a dei rilievi fotografici, pertanto ci sarebbe da chiedere anche all’Arpacal – alla luce di quanto sta accadendo in altri territori regionali, dove analoghe situazioni sembra siano gestite con prontezza e accuratezza di intervento, mettendo a disposizione i mezzi e il personale per approfonditi accertamenti, quali campionatori ad alto volume per il monitoraggio dei micro-inquinanti in atmosfera (come riportato da testate giornalistiche e ordinanze) – il perché non si è provveduti anche in questa grave situazione, ad effettuare tale intervento nell’immediato, seguendo anche quanto suggerito a seguito di sopralluogo dei Vigili del fuoco, in modo che la popolazione potesse essere rassicurata da subito rispetto ai potenziali pericoli per la salute che stava correndo».
«A oggi – si conclude la nota – non esistono risultati di analisi dei fumi e delle polveri, tutto ciò è inconcepibile e ingenera forte ansia e preoccupazione tra gli abitanti».
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