di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO Visita “istituzionale” di una delegazione del Partito democratico, alla centrale Enel di Corigliano Rossano. In un momento storico in cui il futuro del sito di contrada Sant’Irene è assai dibattuto – fra quelli che vorrebbero mettere il cappello politico sulla questione, chi accusa di immobilismo e polemizza e chi crede che debbano essere coinvolte tutte le parti sociali della città – la rappresentanza dem capeggiata dal commissario provinciale e rappresentante della segreteria nazionale, Marco Miccoli, e dal consigliere regionale Carlo Guccione è venuta a toccare con mano lo stato dei luoghi della ormai ex centrale termoelettrica, in un tour che coinvolgerà una ventina di siti del colosso energetico in dismissione in tutta Italia.
Dopo il fallimento del progetto Futur-E, lanciato da Enel nel 2006, l’idea di fondo è promuovere la trasformazione della centrale di Corigliano Rossano – che bruciava prima olio combustibile e poi metano – in sito di produzione “green”, compatibilmente con le vocazioni territoriali. Ovvero mare, sole e terra da coltivare che generano oggi le uniche “fabbriche” sul territorio: il turismo e l’agricoltura d’eccellenza.
Dopo un primo momento di riunione in camera caritatis, la delegazione – che vantava la presenza di alcuni rappresentanti dem locali – ha intrapreso il tour nella centrale in via di smantellamento.
«Il Pd – ha spiegato Miccoli – sta effettuando un viaggio nella transizione ecologica del Paese e quindi nelle centrali Enel in dismissione che per noi rappresentano una opportunità per il loro riutilizzo in energie rinnovabili. L’Europa e l’Italia hanno messo a disposizione dei fondi per una trasformazione “verde” del Paese. Quando parliamo di transizione ecologica la nostra intenzione è quella di combinare produzione, qualità del lavoro e salvaguardia dell’ambiente. Questi tre elementi devono essere sempre connessi fra loro, e non sempre è accaduto, come quando si sono avviate le produzioni a carbone che hanno giocato un ruolo importante nell’inquinamento italiano».
Secondo Miccoli la città di Corigliano Rossano deve assumere un ruolo privilegiato nel progetto di riconversione «coinvolgendo Regione, Governo ed Enel in un grande patto sociale che dovrà avere ricadute sul territorio».
«La transizione ecologica del sito di Corigliano Rossano – ha aggiunto Carlo Guccione, responsabile nazionale delle aree di crisi industriali per il Pd – può rilanciare l’occupazione da coniugare con energia green, turismo e agricoltura. La città e questo territorio possono essere strategici in ambito regionale e nazionale».
«Questa è la prima tappa – ha aggiunto il consigliere regionale – di un viaggio che interesserà i 21 siti in dismissione di Enel. Ue e governo hanno previsto mille miliardi di investimenti dal 2021 al 2030 e l’abbattimento dell’anidride carbonica del 60% entro quella data. In questo quadro il rilancio del sistema energetico rappresenta una grande occasione di sviluppo anche grazie ai fondi del Ricovery Fund».
Insomma, fra gli anni ’70 e ’00 la centrale termoelettrica ha creato economia con ricadute uniche sul territorio. Adesso però, come sostiene da più parti la politica cittadina, Enel «deve dire alla città cosa vuole fare evitando paternità e coinvolgendo tutti». (redazione@corrierecal.it)
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