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Bevere incontra (finalmente) il Consiglio. «Dipartimento con 30 dipendenti, è autolesionismo»

Il direttore generale della Sanità nella commissione di Palazzo Campanella. «Il decreto Calabria ha bloccato la programmazione. Abbiamo avviato un lavoro di monitoraggio che non era mai stato fatto…

Pubblicato il: 12/10/2020 – 16:15
Bevere incontra (finalmente) il Consiglio. «Dipartimento con 30 dipendenti, è autolesionismo»

REGGIO CALABRIA L’audizione del dirigente generale del Dipartimento Tutela della salute, Politiche Sanitarie, Francesco Bevere, al centro dei lavori della terza Commissione consiliare “Sanità, Attività sociali, culturali e formative”. Si potrebbe dire finalmente, visto che il primo invito era stato “snobbato” dal manager, suscitando qualche reazione piccata e polemiche sul suo atteggiamento nei confronti del consiglio regionale. Ora l’incontro c’è stato. E l’ex capo di Agenas ha potuto illustrare quali siano i progetti (suoi e della presidente Santelli) per la sanità in questa fase delicatissima.
«L’obiettivo primario ben chiaro alla Presidente Santelli col mio incarico è quello di organizzare il dipartimento in termini di programmazione ed efficienza. Ad oggi – ha detto il dg – siamo in uno stato di avanzamento molto interessante, avendo proposto di occupare settori molti rilevanti, i cui uffici erano vacanti, con dirigenti che andranno a colmare veri e propri vuoti amministrativi e a rafforzare i quattordici settori del dipartimento».
«LAVORARE CON 30 UNITÀ È AUTOLESIONISMO» Ancora Bevere: «La regione Calabria per guardare avanti ha bisogno di un dipartimento di massima vitalità. Lavorare con una trentina di unità è un’operazione di autolesionismo, considerato che anche le altre regioni, anche piccole, ne vantano oltre 100. Il sistema delle regole e dei controlli non attivati – ha asserito il dg – rappresenta una delle controindicazioni del settore e un ulteriore stato emergenziale arriva dal decreto Calabria che si pensava potesse garantire poteri ulteriori rispetto a quelli previsti per il commissariamento, ma in realtà ha bloccato programmazione e non ha dato i “muscoli” che servivano alle “gambe” del dipartimento. Abbiamo iniziato in questi mesi – ha aggiunto Bevere –, un lavoro certosino di raccolta dati e di monitoraggio che mancava da anni e che si affianca all’azione sul territorio».
«SERVE STABILITÀ» Infine, rispondendo agli input dei consiglieri presenti sulle possibili soluzioni per migliorare il sistema-sanità in Calabria, Bevere ha così concluso: «Per carenza di professionalità al dipartimento, fu introdotta una legge per poter attingere a risorse provenienti da ospedali dai territori, ma a un costo elevato. Occorre trovare una soluzione più stabile che possa garantire una dotazione organica che consenta nel tempo di formare tecnici che possano essere l’ossatura portante degli uffici. Lavoriamo ad una modalità che diventi sistema per far funzionare tutti gli uffici, cercando di fare sintesi delle proposte e delle idee che quest’oggi sono state avanzate».
ESPOSITO: «LAVORIAMO IN SINERGIA» Per il presidente Esposito «è stato un momento proficuo e costruttivo. Una prima occasione di confronto che ha offerto un quadro dell’arte generale della sanità calabrese, con l’impegno di andare ad analizzare, successivamente, i tanti problemi e le specificità dei singoli territori. Condivido l’impostazione iniziale del direttore Bevere che ci ha consegnato una fotografia di una situazione che noi abbiamo trovato all’inizio dell’XI legislatura e mi ritengo altrettanto d’accordo – ha rilevato Esposito- su regole e controlli da riattivare se la Calabria vuole guardare al futuro. Il suo sforzo di riordinare e rinforzare il dipartimento ci lascia ben sperare. In particolare, fortemente condivisibile la logica di fare afferire al Dipartimento Tutela della Salute risorse economiche tramite il Por per potere meglio affrontare le sfide dell’innovazione». Ha concluso così il presidente Esposito: «La seduta odierna ha un suo significato anche nell’ottica di rilanciare la sinergia tra la Commissione ed il Dipartimento al fine di superare la fase di commissariamento che oramai da dieci anni grava sulla Calabria ed in un momento in cui l’emergenza covid impone una maggiore attenzione ed un maggiore sforzo da parte di tutti».
Hanno partecipato ai lavori, intervenendo in particolare sulla relazione del dg Bevere, i consiglieri Giannetta, Graziano, Mancuso, Minasi, Neri, Notarangelo, Sainato e Francesco Pitaro.
LA RETE REUMATOLOGICA L’organismo ha dato il via alla seduta aprendo una finestra sulla Rete Reumatologica calabrese in merito alla quale il presidente dell’organismo consiliare, Sinibaldo Esposito, ha richiamato «l’importanza, grazie ai diversi contributi offerti nel corso del dibattito, di avere raccolto le diverse criticità che insistono sull’intero territorio calabrese. Una rete che è solo di principio, e non di fatto». Sulla questione sono stati auditi: Manuela Aloise, presidente Socio Fondatore della Lega Italiana sclerosi sistemica Aps: Giacomina Durante, in rappresentanza di Apmarr Aps; Gian Piero Gigliotti, delegato Crei – Consiglio Reumatologi Italia e il dott. Maurizio Caminiti, delegato Sir – Società Italiana di Reumatologia.
«HABEMUS BEVERE!» È quanto afferma il consigliere regionale Francesco Pitaro a margine dell’audizione di oggi in Commissione Sanità del direttore del Dipartimento Salute Francesco Bevere. «Anche dall’intervento del dottor Bevere in Commissione – aggiunge – si intuisce la drammaticità del contesto. L’analisi del dottor Bevere, tuttavia, è lastricata di buone intenzioni e, viste le emergenze, alquanto generica. Nelle condizioni in cui siamo è necessario andare oltre la declamazione degli impegni. E capire quali sono le cose realizzate, quali i prossimi passi e quanto ci vuole per riorganizzare il Dipartimento e disporre di Uffici funzionanti al 100% che rispondano ai requisiti di competenza, professionalità, efficienza e efficacia dell’azione amministrativa». Sottolinea Pitaro: «Abbiamo bisogno di idee chiare che rassicurino i cittadini, dinanzi all’impennata dei contagi, su come si sta provvedendo ad efficientare le strutture Covid sul territorio e quali iniziative per concretizzare l’integrazione dell’Ospedale di Catanzaro con l’Università. Restano ancora nel vago le attivazioni delle Unità complesse di cure primarie, idem per le Case della Salute di San Marco Argentano, Cariati, Mesoraca, Chiaravalle, Scilla e Siderno che avrebbero dovuto essere operative e completamente funzionanti già tra il 2011 e il 2012. Considero utile questo primo approccio – conclude il consigliere regionale -, ma dobbiamo superare l’autoreferenzialità e inaugurare una fase di confronto con tutti i soggetti che hanno voce in capitolo: il Consiglio regionale, i sindacati, gli enti locali ecc…»

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