ROMA Ancora una macabra intimidazione all’indirizzo di Valeria Grasso, l’imprenditrice siciliana che si era ribellata al “pizzo” denunciando i suoi estorsori. La storia, ormai nota, è quella di una donna che ha deciso di ribellarsi e sporgere denuncia contro gli uomini del clan Madonia, egemone nella zona di Palermo dove lei svolgeva la sua attività.
Una denuncia che aveva portato all’arresto di ben 25 esponenti di quello stesso clan che avevano promesso vendetta. Da allora si sono susseguiti gli appelli della donna che a più riprese ha chiesto protezione allo Stato. La scorta affidatale in un primo momento, era stata poi revocata per essere poi riassegnata. Nell’ultimo periodo – racconta davanti alle telecamere del talk di Rai” “Storie Italiane”, il servizio di vigilanza era stato nuovamente sospeso a fronte dell’emergenza Covid-19 in atto.
Nel frattempo, sempre secondo la sua ricostruzione, alcuni ignoti sarebbero riusciti ad introdursi in maniera indisturbata nello stabile di Roma, dove oggi abita, disegnando sul muro alcune croci «disposte in maniera tale da far capire che destinatari dell’intimidazione siamo io e i miei figli».
Da qui la nuova richiesta a che la protezione attualmente assegnatale sia rafforzata.
LA SOLIDARIETÀ DI ULTIMO In soccorso di Valeria Grasso, interviene il Capitano Ultimo, con un passato nell’antimafia ed oggi assesssore all’ambiente della Regione Calabria. «Sono qui per onorare Valeria», dice Ultimo, che lancia un appello alle Istituzioni: «Vorremmo vedere uno Stato in cui l’autoritarismo ceda il passo all’autorità. Vorremmo uno Stato-comunità. Ci piacerebbe una sicurezza preventiva che possa arrivare prima della minaccia e dobbiamo costruirla insieme ai cittadini. Dobbiamo denunciare». Nel congedarsi, Ultimo manda un messaggio d’amore ai calabresi: «Oggi lavoro per la Calabria e sono fiero di questo incarico che svolgo con amore e senza secondi fini».
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