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«Torniamo alla didattica a distanza»

di Vincenzo Caserta*

Pubblicato il: 13/10/2020 – 11:13
«Torniamo alla didattica a distanza»

Tutti i buoni propositi che erano stati posti nel periodo di lockdown e nella fase successiva di riapertura
delle attività e comunque il ritorno ad una vita di normalità pare stiano improvvisamente per scomparire con il forte rischio del ritorno al periodo di stasi e/o di costrizione imposto dalle misure di contenimento.
Che ci fosse nell’aria già da giugno 2020 il conforto di una minore aggressività del virus era acclarato e confortato anche da una analisi di contesto di molti studiosi i quali comunque non si erano illusi della totale assenza di possibili ricadute o di ripresa di contagi.
Siamo ritornati a questo con tutte le ansie e le paure che tale situazione comporta sia alle persone e sia soprattutto alle categorie più a rischio.
Anche se di categorie a rischio mi pare che non si possa più parlare essendo colpite in questa fase soggetti con età inferiore rispetto ai settanta/ottanta della fase precedente ed avendo tra positivi categorie in età pari o intorno o inferiori ai trenta/quaranta ed anche di meno!!
Nessuno pertanto può ritenersi estraneo al contagio piuttosto bisogna richiamare sempre e tutti (non solo i giovani) all’uso molto parsimonioso e continuo delle misure di sicurezza da usare sempre e comunque come meglio specificherà il Dpcm in fase di ultimazione.
Risulta cosi evidente come non ci sia al momento ne profilassi accertata ne un vaccino definito che consenta di affrontare i prossimi mesi con un minimo di serenità seppure gli sforzi degli scienziati e gli investimenti operanti in tanti Paesi nel mondo siano profusi alla ricerca di un antivirale naturalmente il più testato e più consono possibile alla tipologia di trasmissione che il virus contiene. Questo naturalmente richiede del tempo nella speranza che lo spiraglio possa aprirsi entro la fine di questo anno difficile.
Risulta istintivo fare una valutazione su quali siano state le cause che hanno fatto scattare questi valori che tendono ancora ad essere contenuti soprattutto nella nostra Regione ma che comunque preoccupano nonostante il conforto (relativo) che i nostri dati risultano certamente minori del disastroso riporto dei casi degli altri Paesi Europei.
Rispetto all’aumento dei casi la riapertura delle Scuole forse ha inciso in maniera relativa ma ha determinato qualche disagio nel nostro Paese sottovalutato dai più.
La Scuola procura una movimentazione nel Paese pari a 10 milioni di unità/ persona tra personale, alunni, famiglie che non può essere sottovalutata quale elemento (purtroppo) di riaccensione e di trasmissione del virus.
Anche se capisco che la riapertura ,dopo tanti mesi, era un atto dovuto per i ragazzi ma che era opportuno farlo con scelte metodologiche diverse da come è avvenuta.
Dall’altra non si può assistere giornalmente a chiusure continue di classi o istituti perché il virus viene portato dentro gli Istituti Scolastici di ogni ordine e grado con le conseguenze che da esso derivano.
A mio parere diventa molto più complesso e pedagogicamente poco efficace gestire interventi a singhiozzo mentre sarebbe più utile adoperarsi ad una programmazione didattica ancora in forma agile fino almeno alla fine dell’anno in corso.
Oltre ad essere una legittima preoccupazione per tutti coloro i quali girano intorno alla Scuola diventa un dispendio di forze, di energie un forte spreco di risorse che potrebbe essere meglio destinato ed un ulteriore ed aggravio di carichi per tutte le operazione di filiera che devono essere svolte quanto si presenta un caso.
Tutto questo lo dico a discapito dei ragazzi che sicuramente desiderano una didattica normale fatta di apprendimento, di socializzazione, di condivisione, di studio.
Ma vale la pena spendersi in un percorso rischioso, intermittente o invece è più utile un percorso di didattica a distanza ove sia garantita la continuità ed anche la socializzazione che alla fine non mi pare sia mancata nel periodo più acuto della diffusione del virus recuperando in altri modi e contesti lo stare insieme nel rispetto delle regole di base, lavarsi le mani spesso, usare la mascherina e tenere la distanza?
E’ una riflessione fatta con razionale buonsenso che lascio alla valutazione della collettività e degli addetti ai lavori essendo sicuro che il Dpcm o altre norme derivate non conterrà indicazioni di contenimento per la Scuola ma che credo sia utile porsi almeno quale amletico dubbio .

*già Dirigente Regione Calabria

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