COSENZA Gli animi di chi arriva nella residenza cosentina di Jole Santelli sono grigi come le nubi di un cielo a sprazzi che minaccia tempesta. Le forze dell’ordine regolano gli ingressi per evitare assembramenti e il silenzio di un cordoglio sincero investe il centro cittadino oggi spoglio del caos caotico del traffico. Alla spicciolata sono arrivati il Prefetto di Cosenza, Cinzia Guercio, l’assessore regionale all’agricoltura Gianluca Gallo e i consiglieri regionali Pierluigi Caputo, Luca Morrone e Giuseppe Graziano. Tra i primi a fare visita anche il neo sindaco di San Giovanni in Fiore, Rosaria Succurro, la cui candidatura alla città florense è stato uno degli ultimi atti di indirizzo politico voluto proprio dalla presidente. La salma rimarrà nella sua abitazione di Cosenza prima dei funerali le cui modalità non sono state rese note. A Cosenza intanto sarà proclamato lutto cittadino con il sindaco Occhiuto che ha disposto di posizionare le bandiere all’esterno del Municipio a mezz’asta per lutto cittadino. «Perdo una cara amica, una cosa che mi sconvolge profondamente» ha dichiarato Rosaria Succurro, mentre Giuseppe Graziano ha aggiunto, «perdiamo una persona che voleva cambiare davvero la Calabria».
Con la voce rotta, arriva anche il presidente del Consiglio regionale, Domenico Tallini: «Se avesse scelto di non fare il Governatore probabilmente avrebbe vissuto una vita più tranquilla – dice ai microfoni dei giornalisti –. Ci lascia una grande eredità dopo questi sei-sette mesi: la rivoluzione della burocrazia, una pandemia affrontata con grande dignità cercando di dimostrare che la Calabria non è da meno rispetto alle altre regioni d’Italia».
«Ha cercato di dimostrare che la Calabria non è quella che dipingono i mass media sul piano nazionale». «Dovevamo andare a Roma per assistere alla prima del cortometraggio (“Calabria, terra mia” girato da Gabriele Muccino, ndr). La sua è una grande eredità ed è necessario che il centrodestra la valorizzi e la mantenga anche per le prossime generazioni».
Quello di candidarsi, secondo Tallini è stato un «sacrificio per i calabresi»: «Se non avesse amato la Calabria, nessuno nelle sue condizioni avrebbe accettato. Troppo amore nei confronti della sua terra»
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