di Danilo Monteleone
CATANZARO L’omaggio laico ed istituzionale a Jole Santelli, iniziato stamane con la camera ardente allestita nel piazzale San Francesco di Paola della Cittadella regionale, è proseguito fino alle 13.30. Una lunga, silenziosa e composta cerimonia di addio con momenti particolarmente intensi, come il risuonare dell’Inno di Mameli ed il tributo di decine di Sindaci uniti dietro il gonfalone dell’Anci. A chiudere una emotivamente intensa mattinata, la breve cerimonia religiosa con la benedizione della salma da parte di Mons. Vincenzo Bertolone, Presidente della Conferenza Episcopale Calabra.
«UN PROFONDO SENSO DI FRATERNITÀ» L’Arcivescovo di Catanzaro ha rivolto a Jole Santelli, ai presenti ed a tutti i calabresi poche ma efficaci parole con un significato ricorrente, quello dell’unità e del sacrificio. «Ci sentiamo uniti – ha detto Bertolone – dall’evento di una morte ineludibile, in questi giorni la Calabria vive un senso profondo di fraternità e di sorellanza che assume una valenza più profonda perché siamo accomunati nella speranza di una Resurrezione». C’è spazio, nelle parole del presule catanzarese, per due commoventi ed efficaci citazioni che arricchiscono e completano lo spirito di una breve ma intensa cerimonia; intanto le parole di David Maria Turoldo, coscienza inquieta della Chiesa ma protagonista di un rinnovamento culturale e religioso.
SILENZIO E PREGHIERA «La morte è come varcare la soglia e uscire al sole la morte è finire di morire», questa la citazione scelta da Mons. Bertolone indicando nel dopo la vita una speranza che, sottolinea, per i cristiani è invece una certezza testimoniata dalla resurrezione di Lazzaro. «Quando siamo dinanzi a ad un feretro, a qualsiasi feretro, – ha aggiunto Bertolone – siamo chiamati al silenzio ed alla preghiera, all’affidamento al giusto giudice misericordioso». E poi il tema dell’unità più volte richiamato: «Dobbiamo imparare a vivere insieme come fratelli o periremo insieme come stolti – il monito rivolto a tutti i calabresi e ad una regione – in questi giorni commossa ed in lacrime».
LA PARABOLA UMANA DI JOLE SANTELLI Toccanti e sentite le parole dedicate e rivolte alla parabola umana ma anche politica ed amministrativa di Jole Santelli «dobbiamo essere fieri di questa nostra sorella che ha generosamente messo la sua salute dopo il bene della Calabria e dei calabresi». Bertolone indica questa questa come una via da seguire e lo fa con un appello preciso chiedendo alla Calabria di trovare la «forza per unirsi e per opporre un argine a chi vorrebbe farne terra di conquista». Infine la seconda emblematica citazione, questa volta di Petrarca: «Il tempo fugge e non si arresta un’ora a noi – dice Bertolone – il compito di riempirlo di contenuti eterni». (redazione@corrierecal.it)
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