COSENZA I comuni di Celico e Casali del Manco sono stati dichiarati “zona rossa” dalla regione a partire dalla mezzanotte.
Il provvedimento era nell’aria dopo contact tracing epidemiologico da parte dell’Asp che ha individuato dati preoccupanti: 13% di positivi su 344 tamponi effettuati. Si ritiene siano collegate ai cluster del tribunale di Cosenza, dell’Azienda ospedaliera e del matrimonio di Rende.
L’ordinanza, firmata dal presidente facente funzioni Nino Spirlì, riguarda la limitazione agli spostamenti e lo screening alle persone fisiche a Celico Casali del Manco, in provincia di Cosenza; dispone «il divieto di allontanamento da parte di tutti gli individui presenti, riducendo drasticamente ogni possibilità di vicinanza fisica e limitando al massimo ogni spostamento, nonché il divieto di accesso, fatta salva la possibilità di transito in ingresso e in uscita dal territorio individuato, per gli operatori sanitari e socio-sanitari, per il personale impegnato nei controlli e nell’assistenza e nelle attività̀ 4 riguardanti l’emergenza, e per le forze dell’Ordine, Forze di Polizia, Forze Armate, Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco impiegati per le esigenze connesse al contenimento della diffusione del Covid-19 o in altri servizi d’istituto, dei servizi pubblici essenziali, per gli spostamenti connessi alle relative attività».
Dispone «altresì la sospensione di tutte le attività commerciali, produttive, scolastiche, ad eccezione di quelle ritenute essenziali, secondo quanto già previsto dalle disposizioni nazionali e regionali in tema di lockdown».
«Sono consentiti unicamente – spiega ancora il dispositivo – gli spostamenti ritenuti essenziali; l’attraversamento dei comuni interessati dal presente provvedimento, senza possibilità di sosta» mentre «tutte le attività consentite e indifferibili, devono sempre essere svolte con l’utilizzo delle precauzioni di distanziamento previste, le misure igieniche indicate e con l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale».
Le violazioni saranno sanzionate con multe da 400 a 1000 euro. Nei casi in cui la violazione sia commessa nell’esercizio di un’attività di impresa, si applica altresì la sanzione amministrativa accessoria della chiusura dell’esercizio o dell’attività da 5 a 30 giorni.
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