COSENZA Il Tribunale del Riesame ha annullato il decreto di convalida del sequestro e disposto la restituzione di tutti i beni sequestrati al titolare e proprietario dell’allevamento “Di Casa La Cava” di San Pietro in Guarano (CS), specializzato in razze pregiate di cani da caccia. Il 14 settembre scorso, infatti, i carabinieri forestali avevano posto i sigilli all’allevamento, paventando irregolarità di carattere edilizio e in materia di smaltimento di rifiuti. Il sequestro è stato successivamente convalidato pochi giorni dopo dalla Procura della Repubblica di Cosenza, affermando le esigenze probatorie alla base del vincolo imposto. L’avvocato Nicola Agrelli del foro di Cosenza, difensore di fiducia dei La Cava, ha richiesto il riesame del provvedimento di convalida, impugnandolo innanzi al Tribunale della Libertà di Cosenza che, accogliendo le tesi difensive del legale, ha disposto il dissequestro di tutte le opere sequestrate, argomentando sia in relazione alla inverosimile sussistenza dei reati contestati, sia sul pericolo ingenerato dal protrarsi di un vincolo che aveva oramai esaurito le sue esigenze probatorie e provocato un danno economico di rilievo, nonché e soprattutto, in quanto carenti i motivi addotti dalla Procura per fondare il sequestro dei box adibiti a ricovero degli animali e della cisterna di raccolta delle acque reflue. Il collegio nell’ordinanza ha evidenziato che «l’obbligo di motivazione deve essere modulato da parte del pubblico ministero in relazione al fatto ipotizzato, al tipo di illecito cui in concreto il fatto è ricondotto, alla relazione che le cose presentano con il reato, nonché alla natura del bene che si intende sequestrare”, ritenendo quindi che “il decreto debba essere annullato, risultando carente, in concreto, la necessità di mantenere in sequestro i beni ai fini di accertare le circostanze menzionate in decreto. L’avvocato Agrelli ha espresso soddisfazione, perché con questo provvedimento, il Tribunale del Riesame di Cosenza «ha messo un punto –quantomeno sotto l’aspetto cautelare – ad una vicenda incresciosa che stava danneggiando un’attività trentennale, fiore all’occhiello del mondo cinofilo cosentino, riconosciuto dalla Procura stessa perfettamente conforme alle normative in punto di gestione degli animali, consentendo la ripresa piena e totale delle attività dell’allevamento che al momento conta ben 72 cani, il cui mantenimento, sia in ordine al sostentamento, sia in ordine alla cura materiale e giornaliera degli animali, era stato, fino ad oggi, messo in pericolo dall’apposizione dei sigilli sulle opere».
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