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La Calabria del futuro, parte la nuova corsa alle Regionali

La scomparsa della governatrice Santelli ha completamente sconvolto l’orizzonte politico, costretto a rimettersi in moto per le prossime elezioni: ecco gli scenari che si prefigurano a partire dai …

Pubblicato il: 18/10/2020 – 8:09
La Calabria del futuro, parte la nuova corsa alle Regionali

CATANZARO L’addio a Jole Santelli è dolore e smarrimento e la piazza della Cittadella per l’ultimo saluto alla governatrice caduta sul campo delle emergenze della Calabria lo ha raccontato, a leggere negli occhi di tanti big della politica calabrese. La scomparsa di Santelli e la conseguente fine anticipata della legislatura regionale “terremotano” le prospettive di tutti gli schieramenti e di tutti i partiti, che saranno costretti adesso a rimettere in moto tutte le liturgie per prepararsi al ritorno alle urne per le Regionali. Non da domani e non in via ufficiale, ma dai prossimi giorni e in via ufficiosa riprenderanno sicuramente le trattative e le “grandi manovre” per la guida della Regione, in uno scacchiere che ovviamente si giocherà anche, se non soprattutto, sui tavoli nazionali.
LA TEMPISTICA Intanto, ci sarà da fare i conti con la tempistica impressa dalle normative vigenti, non sempre coincidenti, e con il loro combinato disposto , che comunque portano a una conclusione certa in caso di scomparsa del presidente della Regione: scioglimento anticipato del Consiglio e, appunto, nuove elezioni. Nell’immediato, scatta il meccanismo previsto dall’articolo 60 comma 2 del Regolamento interno dell’Assemblea legislativa, per il quale «il Consiglio regionale con apposita delibera accerta ovvero prende atto dei casi di incompatibilità sopravvenuta, rimozione, impedimento permanente o morte del presidente della Giunta. A tal fine il Consiglio è convocato dal presidente entro dieci giorni dall’acquisizione della notizia e al termine della votazione, ove il Consiglio abbia assunto la deliberazione suddetta, il presidente congeda definitivamente i consiglieri». C’è già un primo dilemma: in linea teorica la Regione Calabria è sotto diffida governativa perché deve adeguare la propria legge elettorale alle disposizione sulla parità di genere e sulla doppia preferenza uomo-donna, cosa che ovviamente dovrebbe avvenire in Consiglio regionale, ma non è escluso che finisca come per la Puglia, con il governo che per via legislativa si sostituisce alla Regione procedendo con l’aggiunta della preferenza di genere e consentendo quindi alla Calabria di allinearsi al resto d’Italia. Quindi, l’iter per arrivare alle nuove elezioni: la procedura prevede che la data sia fissata con decreto dal vicepresidente, sentito il presidente del Consiglio regionale e d’intesa con il presidente della Corte d’Appello di Catanzaro. Secondo la legge, le nuove elezioni si dovranno svolgere entro 60 giorni, ma è plausibile che, tra emergenza Coronavirus e complessiva impreparazione di tutta la “macchina”, e sempre con l’avallo del governo nazionale, si possa tornare alle urne per le Regionali nel 2021, in un “range” tra gennaio e marzo-aprile.
L’ORIZZONTE DEGLI SCHIERAMENTI Insomma, tempi non necessariamente stretti per rivotare alle Regionali, e questo magari potrebbe dare un po’ di respiro alle forze politiche, chiaramente “spiazzate”, sconvolte e travolte dalla scomparsa della Santelli. Sul fronte del centrodestra i “bene informati” sostengono che la scelta del prossimo candidato governatore spetti sempre a Forza Italia, ma in realtà non è assolutamente detto. La strada sembra “sbarrata” per la Lega, anche alla luce del “flop” dei salviniani alle Amministrative di Reggio e Crotone, mentre invece potrebbe alzare la voce e pretendere spazio Fratelli d’Italia della Meloni, che rispetto ai leghisti mostra più forza propulsiva. Sul fronte del centrosinistra, ovviamente l’attenzione generale è concentrata sulle mosse del Pd: nelle ultime settimane si era fatta consistente la possibilità per i democrat di celebrare il congresso regionale e quindi suggellare la fine del commissariamento, ma la nuova situazione potrebbe cambiare questo scenario per dare priorità alle elezioni, per le quali i dem e la coalizione stavolta potrebbero orientarsi su un profilo politico e non più su un profilo espressione della società civile, considerando l’esito non proprio positivo dell’ultima esperienza targata Callipo. In realtà, il Pd, soprattutto a livello nazionale, prevedibilmente valuterà la possibilità di un accordo con il Movimento 5 Stelle, anche se in Calabria i pentastellati sono in prevalenza contrari all’abbraccio con i dem. Possibile dunque anche stavolta una corsa in solitaria per i grillini, che però in Calabria sono “balcanizzati” e divisi come a Roma e inoltre scontano una ormai endemica irrilevanza del M5S alle elezioni territoriali. (c. ant.)

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