CATANZARO La Corte di Appello di Catanzaro, in totale accoglimento delle richieste avanzate dall’avvocato Francesco Nicoletti, ha confermato la sentenza di condanna, per i reati di stalking e lesioni, emessa dal Tribunale di Castrovillari nei confronti di S.P.P., cinquantenne. L’imputato è stato, pertanto, riconosciuto responsabile di tali reati e condannato alla pena di mesi 6 e giorni 15 di reclusione, con l’ulteriore condanna al pagamento di tutte le spese processuali sostenute della parte civile nonché al risarcimento di tutti i danni subiti dalla stessa. Una severa condanna inflitta all’uomo per come impetuosamente richiesta dall’Avv. Francesco Nicoletti in ragione dei gravissimi episodi in contestazione.
LE ACCUSE Nello specifico, l’uomo si era reso responsabile di reiterate condotte di minaccia e molestia nei confronti dell’ex moglie, con aggressioni fisiche, ingiurie, invio di sms dal contenuto minatorio, inseguimenti in auto e appostamenti, cagionandole un perdurante stato d’ansia e di paura e ingenerandole il fondato timore per la propria incolumità, così da costringerla a modificare ed alterare le proprie abitudini di vita e relazionali. In una occasione, mentre la donna si trovava all’interno dell’abitazione della sorella, l’imputato, alla presenza anche delle figlie minorenni, la afferrava per i capelli e, reclinandole il capo impugnando una mannaia lunga circa 20 cm, la minacciava di morte procurandole lesioni poi refertate presso il Pronto Soccorso. In un’altra occasione faceva irruzione armato di un bastone nella casa della sorella della persona offesa, dove questa si era rifugiata, e iniziava a rompere mobili e suppellettili. La vittima per sfuggire all’ulteriore aggressione, in quanto minacciata di morte, era costretta a chiudersi in bagno con le figlie minori. L’uomo desisteva dal suo intento criminale solo per il pronto intervento dei carabinieri che lo convincevano ad andare via. Tutti questi comportamenti avevano causato un grave stato di agitazione anche nelle figlie minori della coppia.
LA DENUNCIA E IL PROCESSO A seguito della denuncia presentata dalla donna, l’ex marito veniva sottoposto, con ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale di Castrovillari, al divieto di avvicinamento dei luoghi abitualmente frequentati dalla parte offesa. L’ordinanza di custodia cautelare veniva poi confermata dal Tribunale di Catanzaro – Sezione Riesame – specificando che il non avvicinamento doveva riguardare, in particolare, il luogo di dimora della parte offesa, il luogo in cui questa prestava attività lavorativa nonché il luogo di dimora delle due sorelle della vittima. Il procedimento sfociava poi nel processo di primo grado dinanzi al Tribunale di Castrovillari con l’audizione del Maresciallo dei Carabinieri che aveva curato l’attività d’indagine nonché con l’escussione della parte offesa, costituitasi parte civile, delle sorelle e di altri testi indicati dall’avvocato Nicoletti. Venivano, altresì, escussi i testi della difesa. Conclusa l’attività istruttoria con l’acquisizione di tutta la documentazione richiesta dalle parti, il Tribunale, all’esito della camera di consiglio emetteva sentenza di condanna nei confronti dell’imputato per come richiesto dal Pubblico Ministero e dal difensore della parte civile. La difesa dell’imputato avverso tale sentenza di condanna proponeva ricorso che veniva discusso dinanzi alla Corte di Appello di Catanzaro. Anche i Giudici del secondo grado di giudizio, in totale accoglimento della richiesta avanzata dal Procuratore Generale e dall’avvocato Francesco Nicoletti, difensore di parte civile, hanno ritenuto l’imputato responsabile dei reati di stalking e lesioni con condanna alla pena di mesi sei e giorni quindici di reclusione e con ulteriore condanna alle spese processuali anche del secondo grado di giudizio per come sostenute dalla parte civile costituita.
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