COSENZA La situazione di estrema difficoltà nella quale si trovano ad operare i medici di base chiamati a fare i conti con la carenza delle dosi di vaccino influenzale, non disponibili per tutti i pazienti, in una fase nella quale si sta verificando il rialzo esponenziale anche dei contagi da Covid-19, è stata al centro della Commissione consiliare sanità, presieduta dalla consigliera comunale Maria Teresa De Marco. Nel corso della seduta, la Commissione ha incontrato il dirigente dell’Asp, dott.Stefano Perrotta, in rappresentanza del commissario straordinario della stessa Asp, Dott.ssa Simonetta Cinzia Bettelini, che non ha potuto presenziare per impegni precedentemente assunti, ed i rappresentanti della Fimmg (Federazione dei medici di medicina generale) Dott.Tullio Chimenti (componente del direttivo) e Dott.Antonio Francesco De Vuono, che della Fimmg è vice segretario oltre che responsabile della terapia vaccinale. La presidente De Marco ha introdotto l’incontro denunciando le gravi carenze alle quali sono costretti ad assistere i medici di base, della cui categoria anche la De Marco fa parte, e che riguardano il numero del tutto insufficiente dei vaccini disponibili in un periodo dell’anno abitualmente dedicato alla campagna vaccinale per la prevenzione dell’influenza ordinaria. «Non sappiamo cosa dire ai nostri pazienti – ha precisato De Marco. A fronte di richieste consistenti, aumentate anche per il fatto che i mass media hanno diffuso la notizia, peraltro tutta da verificare, secondo la quale il vaccino antinfluenzale aiuterebbe a fronteggiare anche il Covid, le dosi che sono state consegnate agli studi non sono affatto sufficienti a soddisfare il fabbisogno di ciascun medico di famiglia». Una situazione che Maria Teresa De Marco non ha esitato a definire gravissima. «Si fa un gran parlare di tamponi rapidi che i medici di famiglia saranno chiamati ad effettuare, ma come si fa a garantirli se non si riescono ad assicurare neanche i vaccini?». Ma sul cahier de doleance della De Marco è annotata anche un’altra carenza: la mancata consegna ai medici di base dei dispositivi di protezione individuale. Sia sulle dosi insufficienti dei vaccini che sui dispositivi di protezione è subito intervenuto il dott.Stefano Perrotta che oltre a rappresentare il commissario Bettelini era presente anche nelle vesti di responsabile dell’Unità operativa complessa Farmaceutica Territoriale Ionio Sud-Nord, Cosenza-Savuto-Valle Crati. Perrotta ha sottolineato che l’Asp ha già fatto partire gli ordinativi alle aziende produttrici del vaccino, ma sono queste ultime ad aver accumulato ritardi nelle consegne a causa delle insufficienti disponibilità. Una disponibilità che non è stata completa per soddisfare tutte le richieste. «Da parte nostra – ha aggiunto Perrotta – stiamo attentamente monitorando le consegne per non far restare nessun medico di base senza le dosi di vaccino richieste per tutti i propri pazienti. C’è da dire, inoltre – ha aggiunto il dottor Perrotta – che in alcuni distretti le dosi di vaccino richieste sono inferiori ed è per questo che sono state consegnate in tempo. In ogni caso, le criticità sono in via di superamento ed ogni paziente avrà la sua dose di vaccino». Anche sulla consegna dei dispositivi di protezione individuale il dottor Perrotta ha fornito rassicurazioni circa la consegna, a breve, da parte della Protezione civile regionale. Il dottor Tullio Chimenti, componente del direttivo della Fimmg, ha evidenziato dal canto suo la situazione di notevole difficoltà. «Anche se l’Asp ci farà avere tutte le dosi – ha detto – non si potrà pensare ad un afflusso indiscriminato dei pazienti, ma l’accesso agli studi dovrà essere concepito in maniera contingentata e per appuntamento». Anche Chimenti ha posto poi l’accento sulla mancata fornitura dei Dispositivi di protezione individuale che espongono sia i medici che i pazienti a notevoli rischi. Chimenti ha inoltre criticato il bombardamento mediatico in virtù del quale i cittadini si sarebbero erroneamente convinti dell’efficacia del vaccino antinfluenzale anche nei confronti del Covid 19. Il rappresentante dei medici di famiglia ha lamentato in commissione sanità il fatto che «la categoria è stata lasciata completamente sola all’interno dei propri studi medici, senza strumenti e nessuna indicazione su come comportarsi. Ci siamo dovuti inventare come visitare i pazienti. A 8 mesi dall’inizio della pandemia – ha aggiunto Tullio Chimenti – non stiamo ricevendo nessun dispositivo di protezione individuale. Non siamo stati sottoposti ai test dall’Asp ma li abbiamo eseguiti a nostre spese ad aprile all’Università». Un terzo ed ultimo problema sollevato dal componente del direttivo della Fimmg è quello della mancata piena attivazione dell’Usca (l’Unità speciale di continuità assistenziale) che l’Asp avrebbe dovuto istituire per effettuare le visite e somministrare le cure al domicilio dei pazienti per rendere meno gravoso il compito dei medici di base. «Le dosi di vaccino che devono essere messe a nostra disposizione – ha detto poi il dottor De Vuono, vice segretario dei medici di famiglia – devono essere sufficienti, perché altrimenti si rischia il paradosso. Non può essere il medico di famiglia obbligato a scegliere a quale paziente somministrare il vaccino e a chi no. Sarebbe un’imperdonabile discriminazione alla quale non intendiamo prestare il fianco. È stata impossibile ogni interlocuzione con l’Asp. Il problema fondamentale – ha aggiunto – è che le vaccinazioni devono essere fatte in sicurezza sia per i pazienti che per i medici, ma non riusciamo ad avere i Dip e tutto questo è inaccettabile perché il medico di famiglia, specie nei piccoli centri, è un punto di riferimento insostituibile ed un vero e proprio avamposto”. Nel corso del dibattito che è poi seguito sono intervenuti anche i consiglieri comunali Damiano Covelli e Francesco Cito. Covelli ha denunciato i ritardi di Regione e Asp per non essersi approvvigionate per tempo delle dosi di vaccino richieste dal fabbisogno, mentre altre regioni sono partite con largo anticipo. Covelli ha ricordato anche la proposta che era stata formulata qualche mese fa in commissione sanità, quando si era detto di aiutare il percorso della campagna vaccinale mettendo a disposizione le varie sedi delle circoscrizioni comunali per non affollare esclusivamente gli studi dei medici di famiglia. «Dobbiamo – ha detto Covelli nel suo intervento – denunciare i ritardi ascrivibili alle aziende farmaceutiche e alla Regione perché non hanno messo i medici di base nella condizione di avere dosi a sufficienza per poter vaccinare tutti i pazienti. Siamo molto contrariati ed esprimiamo – ha concluso Covelli – il nostro disappunto per questi ritardi». Anche il consigliere Francesco Cito ha evidenziato le criticità del sistema. «Un sistema già in crisi di suo e nel quale la situazione è aggravata da anni e anni di commissariamento della sanità. Oggettivamente – ha detto ancora Cito – ci sono difficoltà ad approvvigionarsi con il vaccino, ma sarebbe bastato un po’ di buon senso a capire che quest’anno le richieste sarebbero state numericamente superiori». La Commissione sanità, che si era aperta con un minuto di raccoglimento voluto dalla Presidente De Marco per ricordare la Presidente della Regione Jole Santelli e l’ex dirigente del Comune, Maria Rosaria Mossuto, scomparse a poche ore di distanza l’una dall’altra, è stata, infine, aggiornata a martedì prossimo, alle ore 12,00, per fare nuovamente il punto sulla situazione dei vaccini e dei dispositivi di protezione individuale per i medici di famiglia.
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