CATANZARO Prosegue l’attività di monitoraggio sul territorio regionale della presenza di radon in luoghi pubblici e private abitazioni a cura dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Calabria. Il laboratorio fisico “Ettore Majorana” del dipartimento provinciale di Catanzaro dell’Arpacal, fortemente impegnato nel territorio regionale per il monitoraggio ma anche per la sensibilizzazione sul radon, ha recentemente posizionato i dosimetri per la misurazione di questo gas radioattivo naturale nei comuni di San Giovanni in Fiore in provincia di Cosenza e nel quartiere Sant’Elia di Pentone in provincia di Catanzaro .
In entrambi i casi è stata essenziale la collaborazione delle istituzioni locali che hanno individuato i luoghi pubblici dove necessariamente monitorare questo gas radioattivo e, nello stesso tempo, chiamare a raccolta privati cittadini aderenti a questa campagna di monitoraggio. Campagna che il laboratorio fisico di Catanzaro ha lanciato nel lontano 2010 progressivamente ampliando il proprio spettro d’azione per un solo obiettivo: realizzare un database regionale che potesse descrivere realmente la situazione in Calabria sulla presenza di questo gas radioattivo che, dati scientifici alla mano, è la seconda causa di tumore ai polmoni in Italia dopo il tabacco.
Recentemente, inoltre, sono stati consegnati i risultati delle attività svolte sempre in comuni aderenti; sono stati trasmessi, infatti, ai comuni di Cardinale e Chiaravalle Centrale, in provincia di Catanzaro, i risultati delle analisi svolte nell’anno di monitoraggio, per come prevede il protocollo.
Progressivamente anche molti comuni stanno spontaneamente aderendo a questa iniziativa. E’ il caso del Comune di Montauro che, attraverso il suo Sindaco dr. Giancarlo Cerullo, ha recentemente chiesto al dipartimento di Catanzaro dell’Arpacal di poter essere inserito tra i comuni oggetto di questo specifico monitoraggio ambientale.
«Dobbiamo proseguire su questa direzione – ha commentato il direttore generale dell’Arpacal, Domenico Pappaterra – perché solo la conoscenza approfondita del territorio, come stiamo facendo per il monitoraggio del radon, ci permette di assolvere pienamente al mandato che la legge istitutiva della nostra Agenzia ci ha riconosciuto: operare per la tutela, il controllo, il recupero dell’ambiente e per la prevenzione e promozione della salute collettiva».
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