LAMEZIA TERME Tutti convocati a Roma da Matteo Salvini in persona, per pianificare il futuro. Dopo il dolore per la morte della presidente Jole Santelli, le grandi manovre sono già partite. E la prima tappa è la Capitale, centro di irresistibile attrazione per la politica calabrese (che troppo spesso ha affidato le scelte sul proprio futuro ai Palazzi romani). L’appuntamento è (anche) simbolico rispetto a quanto si muove nella maggioranza di centrodestra. Si ragiona di sconfitte brucianti, di candidature e della road map per arrivare alle prossime Regionali. E le tempistiche programmate non potrebbero essere più distanti. È per questo che la trasferta romana di tutto il gruppo dirigente della Lega offre una lettura non particolarmente gradita agli alleati. Presenti, tra gli altri, il presidente facente funzioni della Regione e assessore alla Cultura Nino Spirlì; il coordinatore regionale Cristian Invernizzi; il deputato Domenico Furgiuele; il sindaco di Taurianova, Roy Biasi, il commissario della Sorical, Cataldo Calabretta e i consiglieri regionali Filippo Mancuso, Tilde Minasi, Pietro Molinaro e Pietro Raso. Collegato da remoto l’eurodeputato Vincenzo Sofo.
Gli orientamenti nel centrodestra, secondo alcune fonti, sono molto diversi: Forza Italia ha intenzione di non tergiversare troppo (e Tallini lo ha chiarito oltre ogni dubbio). C’è un limite tecnico per i tempi: dopo la convocazione del consiglio regionale che sancirà la fine della legislatura ci sono 60 giorni per andare alle urne. Prima “finestra” disponibile: fine dicembre, ma appare molto improbabile che si riesca a definire gli schieramenti per quell’epoca. Più facile che – se fosse la volontà comune di tutti – si apra uno spiraglio al principio del 2021.
Fin qui la teoria. La pratica – lo insegna la lunga reggenza della vice Antonella Stasi per i guai giudiziari di Giuseppe Scopelliti – potrebbe condurre a una “gestione ordinaria” molto più lunga da parte del vice presidente della giunta regionale. È proprio qui sta il succo della convocazione di Salvini: cosa vogliamo fare adesso? D’istinto, il Carroccio non disdegnerebbe di arrivare a primavera (stiracchiando i tempi tecnici “grazie” l’emergenza Covid), garantendosi la possibilità di gestire la macchina regionale per qualche mese prima di tornare alle urne, non troppo benevole con la Lega nel recente passato. In effetti, la nota ufficiale diramata dopo l’incontro non chiarisce nulla sui tempi: «La Lega è determinata a organizzare il lavoro in vista dei prossimi mesi per traghettare al meglio la Regione fino alle elezioni e preparare il partito in vista della campagna elettorale. Salvini ha chiesto di individuare liste di candidati di qualità, aprendo anche alle esperienze civiche e confermando i quattro consiglieri regionali uscenti». «Prossimi mesi»: chi si aspettava indicazioni più precise è rimasto deluso. L’unica indicazione, seppure sfumata, arriva dal passaggio successivo: «Tra poco, il leader leghista vedrà Giorgia Meloni e Antonio Tajani: sul tavolo la richiesta di individuare un profilo condiviso per l’aspirante governatore, che la Lega vorrebbe identificare entro la fine del mese».
Tutto delegato ai tavoli romani, dunque. Quegli stessi tavoli che qualcuno, alle latitudini calabresi, teme non poco. Perché lì ogni discorso rischia di impantanarsi.
Sullo sfondo della riunione, che ha avuto tratti concitati, sono finite proprio le cocenti sconfitte rimediate nel recente passato dai “padani” calabresi. Nel mirino è finito il segretario regionale Cristian Invernizzi, accusato di non aver gestito al meglio la fase di preparazione. Alla fine si è scelta la linea morbida: fiducia a Invernizzi in prospettiva Regionali, richiesta di impegno a testa bassa da parte di Salvini (pare abbia fissato l’obiettivo attorno al 20% dei consensi) e incontro con gli alleati per definire la linea. “Grandi manovre” con tempi (per adesso) un po’ vaghi. A qualcuno non dispiace affatto.
LA LEGA: AL VOTO PRIMA POSSIBILE Nel tardo pomeriggio, una nota della lega giunge a chiarire il primo (fumoso) comunicato stampa. La riportiamo integralmente. «Le solite ricostruzioni di parte si rivelano ancora una volta infondate: non abbiamo nessuna tentazione e non abbiamo intenzione di prolungare la reggenza di Nino Spirlì! Stiamo già lavorando per consentire ai calabresi di tornare al voto il prima possibile ed esprimere così il nome del nuovo presidente della loro regione». Così il Segretario regionale per la Lega Calabria Cristian Invernizzi commenta alcune indiscrezioni stampa pubblicate oggi a seguito dell’incontro a Roma tra Matteo Salvini e i rappresentanti della Lega Calabria. «Già le prossime settimane saranno decisive – prosegue il segretario regionale – per programmare le nuove elezioni. Da parte nostra c’è tutta la volontà di anticipare il prima possibile la data. Ci confronteremo con gli alleati di centrodestra per valutare un nome unitario. Come richiesto da Salvini, individueremo anche questa volta liste con candidati di qualità, aprendo alle esperienze civiche».
SAREBBE BASTATO POCO Qualche considerazione per i nostri lettori. Alla Lega sono servite due note, un servizio del Corriere della Calabria e un comunicato stampa del presidente del consiglio regionale Tallini per dire che anche il Carroccio calabrese vuole andare al voto appena possibile. Nel resoconto della riunione romana di oggi si parlava genericamente di «prossimi mesi» di gestione, ora – per fortuna – della «volontà di anticipare il prima possibile la data». Sarebbe forse bastato esordire come gli alleati forzisti («La Calabria non può aspettare») anziché arzigogolare. La nuova formulazione, più chiara, spiega bene anche un’altra questione: neanche la Lega vuole prolungare la reggenza di Spirlì.
x
x