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«Spirlì non può nominare i direttori generali delle aziende sanitarie regionali»

Il deputato M5s Francesco Sapia insorge dalla Commissione parlamentare sanità. «Quello del presidente facente funzioni sarebbe un atto eccedente l’ordinaria amministrazione. Chiarisca subito cosa i…

Pubblicato il: 20/10/2020 – 13:05
«Spirlì non può nominare i direttori generali delle aziende sanitarie regionali»

ROMA «È necessario un risoluto intervento del governo al fine di garantire la continuità di gestione delle aziende del Servizio sanitario calabrese, di evitare possibili conflitti istituzionali e soprattutto di tutelare il diritto alla salute dei cittadini che vivono in Calabria». Lo afferma, in una nota, il deputato M5S Francesco Sapia, della commissione Sanità, che ricorda: «Il decreto Calabria è vicinissimo alla scadenza. Nel frattempo il presidente facente funzioni della Regione, Nino Spirlì, non può nominare i direttori generali delle aziende pubbliche della salute, trattandosi di atto che eccede l’ordinaria amministrazione, come da giurisprudenza consolidata e da analogo, significativo precedente del 2014, proprio relativo alla Regione Calabria, le cui nomine furono allora annullate dal commissario alla Sanità, Luciano Pezzi. Pertanto, in attesa che vi siano, spero subito, le nuove elezioni regionali e dunque il presidente legittimato e la propria giunta, occorre che il governo nazionale si determini immediatamente per assicurare la normale gestione delle aziende del Servizio sanitario della Calabria, anche per liberare il campo da eventuali forzature e da speculazioni elettorali di sorta». «Il presidente temporaneo Spirlì chiarisca, intanto, quali siano le sue intenzioni a riguardo. Questo problema – conclude Sapia – va risolto nel rispetto assoluto delle regole, dei malati e del personale sanitario che ogni giorno lavora con molti sacrifici, in un momento delicatissimo segnato dalla pandemia, dall’ingiustificabile carenza di posti di terapia intensiva sul territorio calabrese e dall’evidente inadeguatezza dell’attuale struttura commissariale, che andrebbe sostituita senza ulteriori tentennamenti, già dal prossimo Consiglio dei ministri».

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