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“Tessere di comunità”, l’esperienza delle famiglie vista dagli operatori del Ccs

Continua a Catanzaro il progetto del Centro calabrese di Solidarietà per favorire la costruzione delle relazioni tra genitori e figli

Pubblicato il: 20/10/2020 – 10:16
“Tessere di comunità”, l’esperienza delle famiglie vista dagli operatori del Ccs

CATANZARO Ad un mese dalla ripresa degli incontri con famiglie, coppie, adolescenti e bambini, “Tessere di Comunità” – negli spazi del Centro sociale del quartiere Aranceto di Catanzaro – si arricchisce di esperienze condivise fatte di emozioni, nuove consapevolezze, uno spettro di sentimenti dalle sfumature tenui che rinnovano le relazioni nei confini familiari arricchendole di positività. È la missione degli operatori del Centro calabrese di Solidarietà che da mercoledì 16 e giovedì 17 settembre – e ogni settimana fino a metà dicembre – hanno ripreso il cammino del progetto finanziato dai fondi Cei 8×1000 di Caritas Italiana, voluto dalla Diocesi di Catanzaro-Squillace, e gestito dal Ccs, nato per affiancare le famiglie. “Tessere di Comunità” è nato promuovere l’arricchimento e il potenziamento della comunità, generando reciprocità, incoraggiando corresponsabilità e nuove forme di mutualismo. Le famiglie hanno ritrovato la professionalità e il sorriso accogliente di Vittoria Scarpino, Cristina Marino, Claudio Falbo, Andrea Barbuto, Rosa Fiore, Annarita Simone, Francesco Passafaro, Fabio Pirrotta, Angela Arone, Kenia Maria Iglesia Vaillant, Imma Mazzitelli, Vittorio Marino, Serena Corrone, e Consuelo Corabi, pedagogisti, psicologi, sociologi, operatori del Centro calabrese di Solidarietà guidato dalla presidente Isolina Mantelli. Nell’apparente leggerezza di chiacchierate, giochi, colorati intermezzi, insieme si scrivono pagine importanti e costruttive del recupero di un produttivo dialogo tra genitori e figli, che sembrava impossibile. Ma cos’è “Tessere di Comunità” per gli operatori che ci mettono, in ogni occasione, anima e cuore oltre alla riconosciuta competenza?. «Tessere di Comunità è la concreta possibilità di osservare quanto la cura e la gentilezza rendono feconde e generative le relazioni umane – afferma Cristina Marino, la coordinatrice del progetto -. Siamo arrivati al 5 appuntamento settimanale, e stiamo incontrando ormai da un mese adolescenti, bambini, coppie che non smettono di manifestare la Gioia dell’incontro. Arrivano le ore 17.00 di tutti i mercoledì e tutti i giovedì ed il Centro Sociale di Aranceto diventa un atelier in cui tra risate, chiacchiere e discorsi seri si tesse con garbo un vestito che sta diventando sempre più bello». «Per me “Tessere” è sempre un momento bello, per entrare in relazione con i ragazzi, con i genitori – aggiunge il pedagogista Claudio Falbo -. Quest’anno, in particolare, il lavoro con i genitori degli adolescenti è molto interessante: è un po’ come fare da interprete tra due mondi, tra due lingue che non si parlano, tra gli adolescenti di oggi, e quelli di un tempo che non ricordano di esserlo stati. Ed è bello vedere che come distanze che sembrano incolmabili anche con poco si riescono a riavvicinare. Il lavoro che stiamo facendo con gli adolescenti è molto gratificante: li tiriamo fuori dai margini dove stanno, per essere considerati quando diventano un problema. Nelle occasioni che riusciamo a creare invece si sentono, ed effettivamente sono, dei protagonisti, trattati come persone. Questa cosa gli piace e li fa star bene». «Ogni volta che incontro gli adolescenti – aggiunte la psicologa Rosa Fiore – provo sorpresa e gratitudine per la generosità e voglia di conoscersi, di farsi conoscere, di creare relazioni e di migliorarsi. Sono ragazze e ragazzi che oltre al normale turbinio di emozioni e fragilità tipiche della loro età, portano anche qualche fardello di troppo tipico del nostro mondo adulto, non sempre sano e umano. A volte mi sembrano troppo caricati di aspettative, di pretese, di competizioni. Pagano il prezzo di un mondo orientato all’individualismo e alla prestazione». 1Tessere mi ricorda il libretto di istruzioni di un puzzle che non si riesce a risolvere perché si pensa che siano i pezzi di questo puzzle ad essere sbagliati e non la mano che li posiziona in un posto inesatto – osserva Imma Mazzitelli, che al Ccs svolge il servizio civile -. “Tessere” dà la possibilità di spostare lo sguardo e rivolgerlo sulla persona, in modo da incontrare l’altro in un modo diverso, con un approccio volto a valorizzare l aspetto positivo delle situazioni». Appuntamento, quindi, mercoledì 21 e giovedì 22 ottobre dalle 17 alle 20 al Centro sociale del quartiere Aranceto, nel rigido rispetto delle misure anti-covid prescritte nei Dpcm per il contenimento dell’emergenza sanitaria.
 

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