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«Partito, batti un colpo!»

di Enrico Caterini*

Pubblicato il: 21/10/2020 – 20:59
«Partito, batti un colpo!»

Partito, batti un colpo! Il modo in cui la Calabria arriva ai comizi elettorali è il peggiore che i Calabresi potessero prefigurare. Una giovane Presidente, appena eletta, che purtroppo cade sul campo, lascia affranti e indifesi i calabresi.
La fase in atto vede un incremento di sussidiarietà, cioè di poteri orizzontali e ascensionali. Le municipalità e le regionalità sono sempre più protagoniste della scena politica nazionale e europea. Basta vedere cosa accade nell’emergenza sanitaria.
In Calabria, molto meno che altrove per avere subìto il condizionamento in sede di Conferenza Stato-Regioni, ove sono emerse molte insipienze. Per non parlare del commissariamento della tutela della salute, ove il governo ha non poche responsabilità sugli esiti nefasti per i calabresi.
Dalle nostre parti è la classe dirigente territoriale a essere una interlocutrice che non dà buona prova. Con questo però non coltiviamo l’abiura della classe dirigente. Ogni livello di governo ha e deve avere una classe dirigente. Si può agire per cambiare una classe dirigente, non per abbattere la classe dirigente. Chi ne professa la soppressione esercita nel modo peggiore la retorica e nasconde obiettivi sociali inconfessabili. Occorre sempre lavorare per formare una nuova e migliore classe dirigente, ma pur sempre classe dirigente.
In questo i partiti avevano la loro ragione d’essere. Devono ritrovarla anche per rivalutarsi nell’immaginario collettivo. La classe dirigente è un’entità plurale, collettiva, è l’espressione di una massa critica capace di elaborare ed attuare idee. La Calabria ha una potenzialità di classe dirigente enorme, ma la levatrice si sottrae al suo compito.
Chi sostiene che i ritardi della Calabria dipendono dai trasferimenti statali ed europei insufficienti vuole ignorare le ingenti risorse incassate nel tempo e buttate al vento, i decenni di fondi strutturali che avrebbero dovuto inondare ogni anfratto di questa terra e che, invece, hanno lasciato pochi segni positivi e molti detriti culturali. Vuole ignorare anche la svolta che si è determinata con l’ingresso del federalismo fiscale, ancora in gran parte disatteso che sostituisce la logica del trasferimento con l’autonomia finanziaria assistita dalla perequazione. Un tema, questo, che si dovrà affrontare nel breve, agendo nella approvazione di legge quadro c.d. Boccia, attuativa del regionalismo differenziato.
I partiti che occupano la scena politica nazionale hanno pertanto l’occasione di collocare la Calabria negli aims della loro azione. Sinora non hanno dimostrato un vero interesse per questa parte del Paese ma neppure i calabresi hanno fatto altrettanto. Come si dice: aiutati! Che Dio ti aiuta! Ma il Partito battesse un colpo e dimostrasse di essere classe dirigente.
Le prossime elezioni regionali saranno il banco di prova della sua esistenza.
*docente Unical

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