di Luca Latella
CORIGLIANO ROSSANO Il viaggio all’interno dello spoke di Corigliano Rossano, i due ospedali cittadini che la Regione ha accorpato sulla carta ormai da anni, sembra più una visita guidata ai gironi infernali di dantesca memoria. Certamente non per colpa delle risorse umane, eccellenti e stakanoviste, ma per via della cronica carenza di personale (come già riferito per il reparto di Anestesia e Rianimazione). Un male ormai atavico che potrebbe sfociare molto presto nella chiusura di qualche reparto. Su tutti l’Unità operativa complessa di Pediatria, di stanza nello stabilimento ospedaliero – come vengono definiti i due nosocomi negli atti aziendali – di Corigliano.
Il reparto è al limite del collasso e da mesi si limita solo ad erogare le urgenze. Nessuna visita ambulatoriale, nessun consulto con conseguenze immaginabili per l’utenza, costretta ai viaggi della speranza oppure a rivolgersi al privato.
Il reparto di Pediatria dello spoke di Corigliano Rossano, per erogare un servizio degno di tal nome necessiterebbe – come minimo sindacale – di sette pediatri di ruolo più il primario. Ed invece, ad oggi ne conta due più il dirigente. Numeri che cozzano contro ogni logica e non consentono alcun margine di manovra fisiologico nella copertura dei turni. Una situazione paradossale che mette a repentaglio anche il servizio di ostetricia, strettamente connesso al reparto di Pediatria.
Questo, ad oggi, è lo scenario drammatico in cui versa il reparto dedicato alla cura dei bambini. Che fino a qualche settimana fa poteva quantomeno contare sull’ausilio di pediatri in servizio attraverso convenzioni con una cooperativa, adesso sospesi – a quanto sembra – dalla direzione generale. Pare sia stata presentata una gara per un bando utile coprire il servizio 24 ore su 24 da affidare sempre ad una cooperativa, mentre dei concorsi non se ne sa più nulla.
Per coprire i turni, la direzione del reparto è costretta a chiedere aiuto ai pediatri in servizio negli altri ospedali della provincia e spesso sono quelli di Cetraro a dare man forte sullo Jonio, l’unica Pediatria a disposizione di un bacino d’utenza di 220mila abitanti.
CUP È notizia di questa mattina, intanto, e potrebbe servire per rappresentare chiaramente la situazione in cui versa la sanità locale, aggravata dall’emergenza coronavirus: una signora si è recata al Cup, il centro unico di prenotazione dell’ospedale di Rossano per una visita endocrinologica, alla quale è stato risposto che l’agenda è chiusa fino al 2022. Oltre due anni di attesa. Amaro e preoccupante lo sfogo social della donna: «E adesso io come faccio?» (l.latella@corrierecal.it)
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