COSENZA «Novità in vista per la Chiesa dell’Ecce Homo nel quartiere Portapiana di Cosenza, purché non si perda altro tempo». Lo afferma Margherita Corrado, senatrice dei Cinquestelle. «Mercoledì 21 ottobre – comunica – mi è stata trasmessa per conoscenza, dalla Soprintendenza Abap del capoluogo bruzio, una nota inviata il 5 ottobre alla Direzione generale Abap (Roma) e al segretariato regionale della Calabria. Preso atto delle mie segnalazioni di marzo 2019 e di luglio 2020 deploranti lo stato di conservazione precario, nonostante si tratti di un bene vincolato, del piccolo edificio di culto d’impianto cinquecentesco, compromesso “a causa dell’incuria di tutti i soggetti interessati”, la Soprintendente declina le iniziative assunte negli ultimi mesi. Se l’indisponibilità della proprietaria dell’immobile e del palazzo adiacente a consentire il sopralluogo, nel 2012, aveva frenato ogni iniziativa per i successivi 8 anni, l’incontro di luglio 2020 con la suddetta – aggiunge – ha invece permesso di effettuare la ricognizione, con l’impiego di un drone, il giorno stesso (6 agosto) in cui l’Ufficio ne ha acquisita la disponibilità a cedere il bene, ribadita il 5 ottobre unitamente alla richiesta della somma di 5mila euro. Nel frattempo, la Soprintendenza – continua – aveva approntato la relazione tecnica sullo stato del manufatto, il computo metrico estimativo preliminare e il quadro economico dei “Lavori di restauro, consolidamento e miglioramento sismico della Chiesa dell’Ecce Homo”, per un importo previsto di poco inferiore a 450mila euro, documenti inviati ai due destinatari della nota inoltrata anche a me».
L’Ufficio territoriale di tutela, in sintesi, dice la parlamentare, «ha completato il percorso di sua spettanza e ha inteso informarne i vertici regionale e ministeriale competenti. La palla, a questo punto, passa a loro ma molto dipenderà dalla capacità/volontà della comunità locale e dei suoi amministratori, ad ogni livello, di voler scongiurare il rischio tuttora concreto e imminente di un crollo della chiesetta all’interno dell’assurda “scatola” in cui è stata rinchiusa anni fa. Potrebbe infatti sbriciolarsi, in qualsiasi momento, quanto ha resistito al parziale collasso del tetto e del lato lungo che l’aula di culto ha in comune con l’edificio residenziale costruito a ridosso. Tergiversare ancora – ammonisce – metterebbe a rischio la sopravvivenza di questo bene culturale di alto valore storico-artistico, nato verosimilmente come chiesetta rupestre aperta nelle pendici del colle del Castello e più tardi prolungata fuori terra: una deprivazione che la Cosenza storica non deve subire».
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