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Coronavirus, Italia (forse) verso il minilockdown

Non è stato ancora firmato il nuovo Dpcm per contenere la diffusione del virus. Le Regioni fanno muro su alcuni divieti previsti dall’esecutivo Conte. Oggi è previsto il varo definitivo del provved…

Pubblicato il: 25/10/2020 – 8:29
Coronavirus, Italia (forse) verso il minilockdown

ROMA Si va verso il minilockdown in Italia. Questo in sintesi quanto contenuto nell’ultimo Dpcm che il premier Giuseppe Conte dovrebbe firmare nelle prossime ore. L’annuncio, secondo i ben informativo, avverrebbe nel tardo pomeriggio a reti unificate. I principali provvedimenti ampiamente anticipati nella giornata di ieri – ma poi limati – (qui la notizia) riguarderebbero lo stop per le attività delle palestre, piscine e sale giochi e l’anticipo dell’orario di chiusura per il settore della ristorazione. Anche se sul punto restano ancora da limare i limiti orari. Si pensa ad una chiusura per i bar alle 18 mentre, sembra essere, rientrato il fermo dei ristoranti e dei bar nel week end – dopo la presa di posizione delle Regioni – che però si vedrebbero ridotti i posti a sedere: 4. Niente feste al chiuso e all’aperto neanche a seguito di ricorrenze particolari come matrimoni o battesimi. E cade il numero di 6 in casa, compare una semplice raccomandazione a non ricevere persone non conviventi. C’è invece, o dovrebbe resistere, il fermo di cinema e teatri e sale da concerto. Così come sarebbe previsto lo stop alle discoteche e alle sale da ballo. C’è lo stop anche a concorsi pubblici e privati ad esclusione dei casi in cui venga effettuata la valutazione dei candidati esclusivamente su basi curriculari e/o in maniera telematica, nonché ad esclusione dei concorsi per il personale sanitario e di quelli per il personale della protezione civile.
Mentre resta ancora incerto il blocco agli spostamenti tra Regioni. Il braccio di ferro avviato da ieri dai governatori con Palazzo Chigi è stato durissimo tanto da far slittare la firma del Dpcm appunto ad oggi.
Alle prime ore dalla mattina, Conte ha riavviato il confronto con il suo capo dipartimenti per cercare di individuare una soluzione che possa trovare un compromesso tra l’esigenza di fermare l’avanzata del virus in Italia – arrivato ormai a cifre record – e le preteste del mondo imprenditoriale e delle Regioni. Ma compromessi riguardano anche le due ali interne al Governo: i rigoristi che premono per una chiusura più drastica dell’Italia e quanti invece spingono per rinviare la decisione finale della chiusura totale. Così nella versione che dovrebbe essere licenziata emergono molte raccomandazioni piuttosto che veri e propri divieti. Così compare nell’ultima versione del Dpcm la formula: «fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, in un comune diverso da quello di residenza, domicilio o abitazione, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessita o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi e non disponibili in tale comune».
Un capitolo a parte riguarda le scuole: resta in presenza l’attività didattica per le materne, elementari e medie così come i servizi per l’infanzia. Diversa la strada per le scuole superiori: non ci sarà il fermo totale della didattica in presenza ma gli istituti dovranno una Dad (didattica a distanza, ndr) pari al 75% delle attività e dunque un 25% in presenza su tutto il territorio nazionale, uniformando le ordinanze regionali.
Per lo sport, in questa versione limata dal Dpcm, è previsto il fermo delle attività di contatto – sempre di base – dunque si arresterebbero oltre alle gare anche gli allenamenti per i bambini e ragazzi.
Ma come detto, tutti questi provvedimenti sotto ancora al vaglio del Governo che si è concesso un altro brevissimo lasso di tempo per decidere definitivamente. Così come non è ancora ben definito la tempistica da quando, cioè esattamente queste prescrizioni che riguarderanno milioni di italiani dovrebbero scattare. Le indiscrezioni parlano da domani (lunedì 26 ottobre), almeno per bar e ristoranti. Ma anche questo resta ancora incerto.

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